12 agosto – Grazie a Renzi e ai suoi predecessori, Monti e Letta, l’Italia avrà la grande opportunità di scegliere tra un altra manovra lacrime e sangue, il default o il commissariamento da parte dei criminali della Troika. Tre suicidi diversi, ma sempre suicidi. @matteorenzi Ci vorrà tempo, sarà difficile, ci saranno intoppi. Ma nessuno potrà più fermare il cambiamento iniziato oggi #italiariparte #lavoltabuona
Per dirla alla maniera di Eduardo De Filippo (Gennaro), ripensiamo alla bellissima commedia di alto valore morale “Napoli milionaria”, in cui racconta di una famiglia che, a causa di comportamenti spregiudicati e scorretti di alcuni suoi componenti, finisce sull’orlo dell’abisso della perdizione e la figlia malata rischia morire. Allora la moglie redenta lo guarda implorante e, con gli occhi imploranti, gli chiede: “come ci risaneremo? Come potremo tornare quelli di una volta? Ce la faremo?” Gennaro intuisce e risponde con il suo tono di pronta saggezza: ”s’ha da aspetta Ama’ (Amalia); ha da passà a nuttata”.
Per dirla invece con le mie parole… : per chi non lo sapesse, sembra una barzelletta, ma non lo è. L’Italia, nonostante tutto, è il Paese europeo con il saldo migliore tra entrate e spese (al netto degli interessi) delle amministrazioni pubbliche negli ultimi 20 anni. Infatti ha cumulato 585 miliardi di euro del cosiddetto avanzo primario (con un 20 per cento riferibile alle privatizzazioni), contro gli 80 miliardi soltanto della Germania (dal 1995) e addirittura saldi negativi per Francia (-479 miliardi) e Spagna (-270 miliardi).
Ora che abbiamo messo i puntini sulle i e potremmo farci dare del lei dai cosiddetti paesi più virtuali che virtuosi, dobbiamo nostro malgrado dolerci del fatto che tutto ciò non è servito a granché. O meglio, è servito certo, ma, soltanto o quasi a pagare gli interessi di quella che è la fonte principale dei nostri guai: il debito pubblico.
La spesa per gli interessi del debito pubblico negli ultimi 20 anni ammonta a 1.650 miliardi di euro. Se a questi ci aggiungiamo la spesa per il noleggio dell’euro dalla Bce, che ammonta ad altri 80 miliardi di euro l’anno, non è necessario essere economisti per capire che a questo problema non c’è mai fine. A meno che, come proponiamo in tanti, non si esca dall’euro.
Ora, se davvero il governo golpista, guidato dall’ebetino che abitava in via Alfani 8 a sua insaputa, vuole davvero tentare di rianimare un Paese in coma profondo, deve fare quello che in 6 lunghi mesi, tra chiacchiere e tabbacchere non ha fatto. Uscire dall’euro. Ma sappiano bene da parte sta e per chi fa il Maggiordomo. Quindi, non diciamo che dobbiamo uscire dall’euro, che sarebbe la cura per tutti i nostri mali ed eliminerebbe subito il problema degli interessi sul debito sopra descritto, in quanto, come abbiamo detto, prendere a noleggio l’euro ci costa ben 80 miliardi di euro all’anno, ma il condannato dalla Corte dei Conti potrebbe fare l’altra operazione fondamentale per la nostra sopravvivenza e cioè, significativi tagli alla spesa per almeno il 20/30%. Sappiamo che le rinunce sono faticose (chieda agli italiani), ma si devono eliminare TUTTI i privilegi. Si devono ridurre del 50% il numero dei parassiti in parlamento e soprattutto dimezzare i loro stipendi.
Il ‘vado al governo solo se eletto’, deve smettere di prendere per il Pil gli italiani, soprattutto con la balla dei crediti da recuperare tramite i modi criminali di Equitalia in seguito all’evasione fiscale perchè lui, come tutti i suoi predecessori sia golpisti che eletti dal popolo, non ha introdotto l’elementare concetto di “detrazione e deduzione fiscale” per le spese dei cittadini. Pechè come al solito coltivano il problema e non si concentrano sulla soluzione.
Da qualche parte bisogna cominciare. E le riforme che sta facendo, oltre a cominciare dalla fine, non risolvono certo il problema prioritario di questo Paese che sono la disoccupazione e l’economicidio, che tradotto significa disperazione e suicidi. Le sue riforme per questo, contano come il 2 di picche quando briscola è bastoni.