9 agosto – Gli effetti di ritorno delle sanzioni UE imposte alla Russia cominciano a farsi sentire. Nella notte tra giovedì 7 e venerdì 8 agosto, dodicimila quintali di pesche caricate su una sessantina di camion frigo, partite dai magazzini piemontesi, sono stati respinti alle frontiere e in questo momento sono tornati al mittente. La Russia ha infatti posto l’embargo su molti prodotti agroalimentari proventi da Paesi UE, fra cui l’Italia. Il danno sarà enorme
Dice Antonio De Concilio – direttore di Coldiretti Piemonte: “Un’altra mazzata ai produttori di pesche, che già stanno vivendo un mercato particolarmente stanco. Con questa novità negativissima, la Commissione Europea non può più tergiversare su un ritiro straordinario, così come richiesto nelle scorse settimane dalla nostra Organizzazione. Le imprese frutticole stanno rischiando il fallimento per situazioni che non dipendono assolutamente da loro. Si tenga conto che il 60% dei due milioni di quintali di frutta prodotti in Piemonte sono destinati all’estero ed in questo periodo dell’anno i Paesi dell’Est e la Russia in particolare rivestono un ruolo di primo piano nelle importazioni. Di qui la forte incidenza negativa dell’embargo. Inoltre, pur nella stanchezza complessiva del mercato, nei Paesi dell’Est, le pesche piemontesi hanno avuto un lieve aumento nella richiesta”.
Coldiretti Piemonte con grande determinazione chiede anche alla Regione Piemonte ed al Ministero di tallonare la Commissione Europea nell’interesse di tutta l’economia piemontese ed italiana.