6 agosto – ‘Non è un corso della Sapienza e mi spiace per le polemiche che si sono scatenate sulla vicenda. Ho organizzato io l’evento, in qualità di criminologo, nell’ambito di un progetto scientifico che si tiene da maggio a luglio, presso il Circolo ufficiali casa dell’Aviatore, a Roma, con docenti e componenti delle forze dell’ordine e della magistratura”.
Lo dice all’Adnkronos Vincenzo Mastronardi, docente di psicopatologia forense all’Università ‘La Sapienza’ di Roma, in merito alla ‘lezione’ tenuta dall’ex comandante della Costa Concordia, naufragata di fronte l’Isola del Giglio provocando la morte di 32 persone, sulla gestione di situazioni di panico e di crisi.
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Per il crimonologo del caso Cesaroni, che ha redatto -tra le altre- anche le perizie di Pietro Maso e Rudy Guede, ”non si è trattato di una lezione ma di un intervento durante un seminario di studi”. ”Nell’ultima giornata -spiega Mastronardi- oltre all’intervento del magistrato antimafia Roberto Pennisi, è stata effettuata da parte di Ivan Paduano, della facoltà di Architettura della Sapienza, una ricostruzione tridimensionale di alcuni casi di cronaca, da Meredith fino alla Costa Concordia’‘.
”A quel punto -prosegue il crimonologo- per par condicio, Francesco Schettino, accompagnato dai suoi legali, ha fatto un breve intevento spiegando -come evidenziava anche la ricostruzione in 3d- che la Concordia sarebbe colata completamente a picco di poppa, se si fossero messe le ancore alla nave’‘.
L’ex comandante della nave naufragata al Giglio, riferisce ancora Mastronardi, ”ha detto anche che non era possibile dare l’abbandono nave, perché non si avevano le dimensioni oggettive di quello che era accaduto negli scomparti collegati, anche perché avrebbe creato il creato il panico”.
Mi meraviglio come il sig. Vincenzo Mastronardi, nella lezione che ha fatto tenere a personaggi più o meno illustri, si sia dimenticato del vero artefice ( a mio parare) della tragedia.Mi riferisco all’Ufficiale che sbraitava <> parole dette esclusivamente per mascherare la sua mancanza. Infatti se l’ufficiale e i suoi sottoposti avessero fatto il loro dovere, ossia controllare la rotta delle navi,l’urto, NON ci sarebbe stato.