Emergenza immigrati, gli albergatori si rifiutano di ospitarli

profughiVenezia, 2 agosto – Profughi e rifugiati negli alberghi privati, un’idea che, se già aveva fatto discutere quando il prefetto Domenico Cuttaia l’aveva proposta per risolvere l’emergenza sbarchi, ora rischia di diventare vero e proprio terreno di scontro. Come riporta il Gazzettino, infatti, nessuna struttura ricettiva ha accettato di accogliere i migranti e, anzi, da Federalberghi e dall’Associazione Veneziana Albergatori si alzano voci critiche che puntano il dito contro il governo.

POCHI SOLDI, POCO SUPPORTO – Le associazioni lo dicono chiaro e tondo: i fondi stanziati sono insufficienti e l’organizzazione latita, a queste condizioni fornire aiuto è impossibile. Nessuno intende sbattere la porta in faccia alla sofferenza umana, specificano i presidenti delle categorie, ma a queste condizioni si corrono solamente rischi: nessuno sa ancora quanti profughi dovrebbero arrivare, né se si tratta di persone sole o di intere famiglie; manca ogni tipo di supporto psicologico o mediazione culturale, rendendo di fatto impossibile fornire sostegno a chi arriva da guerre e bombardamenti e magari non parla neppure una sillaba in una lingua che non sia la propria; non esiste nessuna forma di controllo o sicurezza, per evitare che dopo una notte queste persone si diano alla macchia, trasformandosi da rifugiati a clandestini.

Anche le cifre messe a disposizione sono, secondo le associazioni, assolutamente irrisorie: 35 euro a persona, di cui cinque vanno consegnati al profugo per le sue necessità personali, i restanti 30 invece dovrebbero coprire vitto, alloggio e vestiti, tutto fornito dagli albergatori.

Ora, dopo il rifiuto delle strutture ricettive turistiche, torna a galla l’ipotesi di sfruttare le caserme dismesse, già lanciata nei giorni scorsi proprio dall’Associazione Veneziana Albergatori e Federalberghi: le stanze ci sono, le cucine pure, basta solo la verifica del governo. Peccato solo che anche questa proposta sia stata fortemente ostacolata dai sindaci delle cittadine coinvolte.

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