Macedonia, islam radicale: scontri etnici tra albanesi e altre comunità

Macedonia: scontri e tensione altissima tra la minoranza albanese e le altre comunità. – Luglio 2014
A cura di Enrico Vigna, Forum Belgrado Italia

Il paese nuovamente percorso da violenze, incidenti e si annuncia una nuova formazione terroristica secessionista albanese.

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30 luglio – Sei albanesi  sono stati condannati all’ergastolo, accusati dell’omicidio di cinque macedoni ( pescatori di un lago), nel giorno della Pasqua ortodossa nell’aprile 2012, nella periferia di Skopje. Il verdetto ha fatto scatenare la minoranza albanese, che in diverse migliaia ha invaso le strade di Skopje lanciando pietre e mattoni contro la polizia davanti alla sede della Corte, gli agenti hanno risposto con gas lacrimogeni, idranti e granate assordanti, le proteste sono state lanciate con lo slogan “Vogliamo giustizia”, per chiedere la liberazione dei condannati.

Alil Demiri, Afrim Ismailovic, Agim Ismailovic, Fejzi Aziri, Haki Aziri e Sami Ljuta sono stati dichiarati colpevoli di terrorismo e di pluri omicidio. Mentre un altro imputato è stato assolto. Alil Demiri e Afrim Ismailovic sono stati condannati in contumacia perché sono scappati nel Kosovo, si trovano in stato di fermo e le autorità macedoni aspettano ancora l’estradizione dei due omicidi.

Questo attentato è stato considerato come il primo a sfondo islamista, nel paese, essendo i condannati tutti seguaci dell’islam radicale. Alle manifestazioni partecipano anche molte personalità pubbliche come Ziadin Sela, sindaco di Struga e leader di una fazione della fazione radicale del Partito Democratico Albanese (PDSH), ma anche altri politici albanesi. Le richieste dei manifestanti sono la liberazione dei sei albanesi, sottolineando che sono vittime di un processo orchestrato e che non sono i colpevoli. Le richieste chiedono anche le dimissioni del ministro degli Interni, Gordana Jankulovska, della procuratrice del caso, Gordana Gesovska e il rilascio immediato delle persone che sono state arrestate per aver partecipato alle proteste precedenti.

Nel paese crescono le preoccupazioni per il deterioramento delle relazioni interetniche e una crisi politica ormai annunciata, stante la situazione sociale e di tensione esplosiva, va ricordato che la minoranza albanese nel paese è un terzo della popolazione complessiva (2,1 milioni), ma non tutti sono schierati su posizioni radicali.

La situazione si è aggravata a seguito della comunicazione di un altro processo per otto albanesi, che facevano parte delle proteste del 4 luglio a Skopje, arrestati in quell’occasione, dove ci sono stati violenti scontri con la polizia ed assalti contro istituzioni statali. La protesta era iniziata dopo la preghiera di mezzogiorno nella moschea nel quartiere albanese di Skopje denominato Cair, si è poi trasformmata rapidamente in una dimostrazione violenta.

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Le proteste erano iniziate con l’organizzazione di manifestazioni, da parte di gruppi albanesi, attraverso reti sociali contro la decisione del tribunale, ma da subito sono state inserite parole d’ordine secessioniste e inneggianti alla Grande Albania, trasformandosi in assalti e attacchi alla polizia ed alle istituzioni macedoni. Mentre i manifestanti diramavano messaggi come “Non siamo terroristi”, venivano poi esposte bandiere di Al Qaeda.

macedonia3Proteste si sono svolte anche in altre città macedoni, mentre manifestazioni di sostegno si sono svolte anche a Tirana e Pristina, dove tifosi locali hanno bruciato allo stadio la bandiera macedone. Il corteo per la città, capeggiato dai veterani di guerra kosovari dell’UCK, inalberava cartelli con slogan come “Skopje non é sola”, “Unione con la Macedonia”, si é diretto verso l’ambasciata macedone, dove hanno bruciato la bandiera nazionale. I veterani kosovari hanno poi emesso un comunicato dove dicono che il verdetto “dimostra che la repressione degli albanesi continua anche nel 21 ° secolo ed é culminata in un processo mostruoso in cui gli albanesi sono stati condannati all’ergastolo senza alcuna prova. Come veterani di guerra esprimiamo la nostra disponibilità ad aiutare i nostri fratelli nell’ex repubblica jugoslava di Macedonia per tutto ciò di cui hanno bisogno, al fine di porre fine una volta per tutte alla repressione slava e chiediamo con forza che i nostri due fratelli non vengano estradati in Macedonia e venga loro ridata loro la libertà…“, si leggeva nel comunicato.

Anche il leader del PDSH (Partito Democratico Albanese), Menduh Thaci, che dirige il più grande partito di opposizione albanese, ha chiesto l’immediato rilascio di tutti i manifestanti arrestati. A sua volta il ministro degli Interni (MOI) ha detto che tutti coloro che hanno infranto l’ordine pubblico e usato la violenza nelle proteste, devono essere puniti secondo la legge. “Essi sono estremisti violenti, che hanno utilizzato le manifestazione per provocare incidenti e violenze. Sono stati identificati attraverso l’uso di telecamere. Abbiamo le prova che hanno usato violenza e dovranno affrontare la legge. In realtà vi è un tentativo di destabilizzazione della nostra Repubblica… “, ha dichiarato il ministro degli Interni, Gordana Jankulovska.

A rendere il quadro ancora più teso ed espolosivo è l’annuncio della nascita di una nuova formazione terrorista in Macedonia: l’Armata di Liberazione Skopje (Ushtria Çlirimtare e Shkupit). In un comunicato diramato ai media, essa minaccia che se i sei albanesi condannati nel caso “Monster” non sono liberati, inizierà le sue azioni colpendo la polizia. “Se i detenuti albanesi non saranno liberati, l’Esercito di Liberazione prenderà seri provvedimenti che vedranno eseguire attacchi massicci contro la polizia macedone“, era scritto dal comando della formazione terroristica nel comunicato diramato.

L’Esercito di Liberazione Skopje è la quarta formazione armata che ha annunciato la sua presenza sul territorio della Macedonia dopo la fine della guerra nel 2001 e lo scioglimento ufficiale dell’Esercito di Liberazione Nazionale Albanese, che era stato guidato da Ali Ahmeti e Gëzim Ostreni, oggi politici istituzionali. Oltre all’Esercito Nazionale Albanese, che aveva cessato di esistere dopo l’azione delle forze speciali di polizia macedoni nel villaggio di Brodec alla fine del 2007, vi erano poi state apparizioni occasionali di un Esercito di Liberazione dell’Ilirida insieme ad altri gruppi insignificanti, più che altro presenti in Internet.

L’emergere dell’Esercito di Liberazione Skopje preoccupa in Macedonia perché si inserisce nell’aumento delle tensioni dopo la condanna dei sei albanesi all’ergastolo per terrorismo e l’omicidio dei cinque macedoni nel caso denominato “Monster”. Ali Ahmeti, leader del partito albanese Unione democratica per l’integrazione (DUI), che partecipa alla coalizione di governo in Macedonia, di fronte al crescere dei disordini e delle violenze che si moltiplicano nel paese, si è dissociato dalla linea dura del premier Gruveskly e chiede un nuovo processo e una presentazione pubblica delle prove che hanno portato alla condanna all’ergastolo per terrorismo dei sei albanesi.

Dopo gli ennesimi disordini causati dalle proteste albanesi, il primo ministro macedone Nikola Gruevski ha annunciato una linea di fermezza e durezza contro le violenze e i violenti. Grueski ha fatto sapere che d’ora in poi adotterà la politica della fermezza : “…Rispettiamo le proteste pacifiche come in ogni paese democratico ma nessuno e da nessuna parte potra più appoggiare le proteste nelle quali viene usata la violenza come metodo, lo Stato non permetterà più che le manifestazioni di piazza degenerino fino a pregiudicare gli interessi del popolo macedone e delle istituzioni…“.
A sua volta il presidente del Partito Democratico dei Serbi in Macedonia, Ivan Stoilković, ha dichiarato che queste proteste non hanno nulla a che fare con i diritti degli albanesi.

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“…L’acclamazione della Jihad e dalla cosiddetta “grande Albania” non ha niente a che fare con i diritti violati degli albanesi in Macedonia, ha dichiarato, aggiungendo che: “… in nessun altra parte del mondo gli albanesi hannoo diritti e privilegi come in Macedonia.”

Nell’intervista ad un quotidiano di Francoforte sul Meno, Stoilković ha aggiunto che “…gli albanesi credono ancora di poter ammazzare senza conseguenze. Negli ultimi anni in Macedonia ci sono state diverse manifestazioni dei cittadini di etnia albanese… Anche se annunciate come proteste civili e pacifiche, esse si trasformano sempre in una parata dell’islam radicale.”, ha dichiarato Stoilković.