28 luglio – I tentativi di bloccare la costruzione del gasdotto “South Stream” possono essere considerati come un’intervento negli interessi economici degli Stati membri dell’UE. Questo punto di vista è stato espresso dall’ambasciatore russo in Italia Sergej Razov in un’intervista a “La Voce della Russia”.
Ha evidenziato che la costruzione del gasdotto, che è nell’interesse della sicurezza energetica dei Paesi del Sud e del Sud-Est dell’Europa, partecipano molte imprese europee. In particolare, le società italiane «Eni» e «Saipem».
Per implementare la parte terrestre del “South Stream” la Russia ha firmato accordi intergovernativi con Austria, Bulgaria, Ungheria, Serbia, Slovenia e Croazia. Tuttavia, la Commissione europea ritiene che tali accordi bilaterali violano il diritto dell’UE.