25 luglio – L’Ue ha deciso di estendere il congelamento dei beni a 15 individui e 18 ‘entità’ russe o filo-russe coinvolte nella crisi dell’Ucraina. Per gli individui è previsto anche il divieto di viaggio. Gli ambasciatori dei 28 Paesi dell’Unione hanno anche dato l’ok all’ampliamento della base legale per estendere le sanzioni anche agli oligarchi russi.
A quanto si è appreso, le misure proposte da Bruxelles puntano tra l’altro a impedire l’accesso alle borse e ai mercati finanziari europei alle banche russe controllate dallo Stato per oltre il 50% del capitale, proibire agli europei gli investimenti in istituti finanziari pubblici in Russia se non a breve termine (non oltre i 90 giorni), bloccare le esportazioni di materiali sociali per l’industria petrolifera, ma anche i computer ad alte prestazioni.
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Alle misure che colpirebbero il settore finanziario (e che perciò avrebbero il massimo impatto sulla City di Londra) sono dedicate più di due delle 10 pagine che costituiscono il documento elaborato dalla Commissione Ue che poi tocca anche le proposte di embargo delle armi (particolarmente sensibile per la Francia, anche se si proporrebbe di escludere i contratti in corso) e la limitazione di export di tecnologie sensibili e beni ‘dual use’, ma secondo l’FT “è inverosimile che sia attuato il blocco dell’accesso al mercato dei capitali”.
Le istituzioni finanziarie russe nel mirino della proposta della Commissione sono di fatto tutte quelle controllate dallo Stato e rappresentano la maggioranza del settore bancario. Nel documento si stima che sul mercato europeo ci sono 7,5 mld di euro dei 15,8 mld emessi nel 2013 dalle istituzioni finanziarie pubbliche.
Almeno in una prima fase non verrebbero però colpiti i bond del Tesoro russo, per evitare la ritorsione contro il debito pubblico europeo. Per quanto riguarda le restrizioni sui beni cosiddetti “dual use” (ovvero a utilizzo tanto civile quanto militare) la Commissione stima che il mercato dell’export europeo valga 20 miliardi di euro, ma si raccomanda di partire dal settore “altamente sensibile” dal settore degli “strumenti meccanici” e dei “computer ad alte prestazioni”, che vale 4 miliardi di euro.