25 luglio – I partigiani entrano nelle scuole. È la nuova idea del governo Renzi, che si è concretizzata in un accordo firmato ieri mattina a Roma tra il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini e il professor Carlo Smuraglia, presidente nazionale dell’Anpi. Come se non bastassero i finanziamenti a pioggia che palazzo Chigi elargisce ogni anno con la Finanziaria alle varie associazioni di partigiani, stavolta l’«ideona» è quella di portare i rappresentanti dell’associazione dei partigiani direttamente nelle aule scolastiche.
A insegnare cosa? «Divulgare i valori della Costituzione repubblicana e gli ideali di democrazia, libertà, solidarietà e pluralismo culturale» spiega il comunicato del ministro Stefania Giannini. La quale si mostra particolarmente orgogliosa del suo progetto: «Questo accordo – ci ha tenuto a sottolineare – è uno strumento fondamentale per far comprendere a tutti gli studenti il valore della nostra Costituzione e l’importanza della raccontata anche da chi l’ha vissuta in prima persona».
«Ritengo – ha poi aggiunto il presidente dell’Anpi Carlo Smuraglia – che questa firma assuma una grandissima importanza rispondendo ad una esigenza profonda che emerge dal mondo della scuola e che assicuri un’attività continuativa in favore della cittadinanza attiva”.
E qual è la necessità di stipulare proprio adesso questo accordo? Perché il governo vuole realizzare una serie di iniziative per le celebrazioni dei 70 anni della Resistenza e della Guerra di Liberazione. E per questo vuole anche promuovere «processi tematici di riscoperta dei luoghi della memoria e la divulgazione dei valori fondanti la Costituzione repubblicana». Ma il governo Renzi si è sempre dimostrato molto comprensivo nei confronti delle associazioni dei partigiani.
Lo scorso 9 aprile la Commissione Difesa della Camera dei deputati ha dato parere favorevole, con l’avallo del Movimento 5 Stelle, al via libera al Decreto interministeriale con il quale il ministro della Difesa Roberta Pinotti, insieme a quello dell’Economia Padoan, ha presentato lo schema di riparto per lo stanziamento di altri 300 mila euro per le associazioni combattentistiche e partigiane. Uno stanziamento che si aggiunge ai 674 mila euro che lo stesso decreto 114 aveva previsto per le associazioni combattentistiche e partigiane, vincolandole alla pubblicazione e alla rendicontazione delle loro spese.
Il totale di questi stanziamenti, fissati per legge, è . Una bella cifra. Ma come si dividono i fondi le associazioni dei partigiani con l’integrazione voluta dal ministro dell’Economia Padoan? Ecco qualche esempio. L’associazione italiana dei combattenti Volontari antifascisti in Spagna se la passa molto bene. Rispetto al 2012 i contributi a questa associazione aumentano da 10.750 a 15.550 euro. Anche l’Associazione Nazionale dei Partigiani italiani continua a godere di ottima salute: rispetto al 2012, l’Anpi passa da un contributo di 65.300 euro a uno stanziamento di 94.350 euro. Anche la Federazione Italiana dei Volontari della Libertà, fondata da Enrico Mattei, non conosce crisi: il suo contributo passa da 57.880 euro a 83.550 euro. Col vento in poppa anche la Federazione italiana delle associazioni partigiane, nata da una costola dell’Anpi, voluta da Ferruccio Parri. Anche in questo caso il contributo aumenta da 10.800 euro a 15.600 euro.
Luigi Frasca – il tempo
..chissà se gl’italiani sanno di queste spese inutili e di parte….
Forse se resistevamo di meno era meglio !!!