25 luglio – (libero) Un taglietto alle pensioni delle vedove, degli orfani e dei congiunti? Nella stagione del welfare con il machete si pesca dove si può. Ma non si dovrebbe.
E allora anche i circa 30 miliardi l’anno che l’Inps e le Casse previdenziali girano a vedove, orfani, e superstiti sotto la voce “assegno di reversibilità” fanno gola. E poco importa se quella reversibilità è frutto di tanti, tanti versamenti e se il taglio c’è già (l’Inps applica una decurtazione del 60% sull’assegno pieno), e se anche la riforma Dini, nel 1995 aveva inserito una mannaia per agganciare il reddito del defunto a quello del coniuge sopravvissuto.
La riforma Dini ha infatti inserito una penalizzazione connessa al reddito di chi resta: se il congiunto sopravvissuto ha un reddito superiore di tre volte il minimo (1.382 euro al mese), subisce una penalizzazione del 25%. Ma il taglio può arrivare al 50% per redditi superiori a 2.304 euro al mese (5 volte il minimo).
L’idea che è cominciata a circolare al ministero dell’Economia è di mettere mano anche a questo capitolo di spesa e i primi studi, connessi con gli andamenti e le aspettative di vita future, fanno ipotizzare «risparmi importanti». […]
Da Vergognarsi.. devono solo vergognarsi.