Grasso: “Sono garante di tutti. Indignato dallo scontro politico”

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25 lug. – Appello del presidente del Senato, Pietro Grasso, a cercare “soluzioni condivise” sulle riforme istituzionali. Grasso ha affermato di sentirsi il “garante di tutte le parti politiche” e si e’ dichiarato “addolorato e indignato” per lo scontro nato dalla decisione del governo di arrivare entro l’8 agosto a votare il ddl di riforma del Senato. “A proposito dei tempi, dell’ostruzionismo e del contingentamento voglio dire innanzitutto che lo spettacolo offerto dal duro scontro politico di questi giorni mi ha molto addolorato e, in alcuni momenti, indignato” ha detto il presidente del Senato alla cerimonia del Ventaglio. “Non e’ questa l’immagine che la politica e questa istituzione in particolare, deve dare al paese. La rappresentazione plastica del muro contro muro, dell’indisponibilita’ a sentire le ragioni dell’altra parte, le accuse, le iperboli e le provocazioni devono lasciare il posto al confronto e alla ricerca di soluzioni condivise. In una parola: al ritorno alla politica”.

“In occasione delle conferenze dei capigruppo degli ultimi giorni – ha proseguito Grasso – ho rivolto ripetuti appelli per convincere le parti ad aprire un tavolo di mediazione, soprattutto su quei punti che potrebbero essere oggetto di una riscrittura da parte dei relatori. Questo darebbe modo di poter trattare in maniera approfondita in aula soltanto quegli emendamenti che affrontano i temi di interesse, lasciando cadere quelle migliaia “di contorno”.

Lo stallo e’ evidente e, per usare le famose parole di don Milani, “sortirne tutti insieme e’ politica””. “Credo infatti – ha sostenuto – che l’importanza di questa riforma non sfugga a nessuno, e che sia dovere di tutti far si che il confronto sia serio e approfondito ma sui contenuti: non vorrei che si continuassero a sprecare ore e giorni, soprattutto ora che la conferenza dei capigruppo ha deciso a maggioranza un contingentamento dei tempi.

Per chiarezza voglio aggiungere – ha continuato – che nella ripartizione dei tempi, proprio come accaduto dieci anni fa per la discussione della riforma costituzionale del 2004, e’ stato tenuto conto della possibilita’ effettiva di votare tutti gli emendamenti e non utilizzare quindi la cosiddetta ‘tagliola’, a torto richiamata anche nel nostro caso avendo previsto ben 80 ore esclusivamente per le votazioni sulle 115 disponibili”.

“Sui criteri che mi hanno ispirato nella scelta di concedere il voto segreto su ben specifici emendamenti, e la risposta e’ molto semplice. Su questo punto infatti il regolamento non lascia alcun margine di interpretazione prevedendo che, su richiesta di 20 senatori, sono “effettuate a scrutinio segreto le deliberazioni relative alle norme sulle minoranze linguistiche di cui all’articolo 6 della Costituzione”. Secondo Grasso, la ratio di questa norma, chiarissima nella sua espressione, e’ dare corpo ad un articolo della prima parte della nostra Costituzione, quella sui principi fondamentali, che sono ritenuti immodificabili”.

“Queste riforme sono attese da decenni, largamente condivise soprattutto nelle loro linee essenziali: superamento del bicameralismo paritario, nuovo equilibrio tra i due rami del Parlamento, snellimento del processo legislativo e riduzione del numero dei parlamentari”. “Come presidente – ha concluso Grasso – ho ben chiaro il mio ruolo di garante sia della maggioranza che delle opposizioni, e continuero’ ad operare in tale senso. So bene, per esperienza, che il ruolo del giudice imparziale e’ tra i piu’ esposti a critiche ma questo non ha mai intaccato in nessun modo la mia terzieta’ prima e non lo fara’ neanche ora”. agi