23 luglio – L’Ucraina “ben presto esaurirà le riserve di gas e nel periodo autunno-inverno può davvero causare problemi nelle forniture all’Europa, ma non per colpa nostra”.
Mosca mette le mani avanti: mentre l’attenzione dell’Ue è tutta concentrata sul dramma della catastrofe aerea del Boeing 777 malese e sembra pronta a nuove sanzioni, la Russia anticipa uno scenario “davvero” realistico per il prossimo inverno.
“La parte russa si è impegnata rispetto agli obblighi contrattuali e sta facendo tutto il necessario per garantire la fornitura ininterrotta di gas russo a partner europei” ha affermato il vice ministro degli Esteri russo Aleksey Meshkov, in un’intervista. “Attualmente, il gasdotto che attraversa l’Ucraina è destinato solo per il transito di gas all’Europa con una media di 185 milioni di metri cubi al giorno.
Tuttavia, il problema è che ora Kiev inizierà ad attingere gas naturale dal suo impianto di stoccaggio”, ha detto.
Meshkov, diplomatico di lunga esperienza e già ambasciatore plenipotenziario a Roma, sottolinea “la posizione estremamente inconcludente” di Kiev negli ultimi negoziati. E ricorda “che l’iniziatore dei colloqui è stata la parte russa. Ai primi di aprile 2014 il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha fatto appello ai partner europei, con la proposta di indire consultazioni al fine di un’azione concertata per stabilizzare l’economia dell’Ucraina e garantire l’approvvigionamento sostenibile e il transito del gas russo, secondo le condizioni contrattuali”.
Il passaggio al pagamento anticipato con gli ucraini è secondo Mosca “un passo forzato, che, tuttavia, è previsto dalle disposizioni del contratto, in caso di mancato pagamento sistematico per il gas erogato. Per quanto riguarda il transito del gas verso l’Europa, deve essere effettuato secondo il calendario stabilito. Inoltre, la parte russa ha pagato (all’Ucraina, ndr) questo transito in anticipo. Nel maggio-giugno di quest’anno, abbiamo condotto diversi giri di consultazione in formato UE-Ucraina-Russia”. Ma come noto, il risultato è stato un nulla di fatto.
A breve – si avverte da Mosca – potrebbero iniziare i problemi.
“Durante i colloqui, abbiamo proposto un nuovo prezzo pari a 385 dollari ogni mille metri cubi, andando incontro all’economia ucraina, in un momento difficile, e allo stesso tempo tenendo conto del mercato europeo. I Paesi vicini all’Ucraina, ad esempio, comprano il gas russo a un prezzo più alto”. Mentre “il partner ucraino irragionevolmente insiste e pretende preferenze speciali, sotto forma di un nuovo contratto con un prezzo di 268 dollari ogni mille metri cubi e si rifiuta di pagare il debito per il gas consegnato già nel novembre-dicembre 2013 e aprile giugno 2014″.
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