23 luglio – Concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso. E’ questa il capo d’accusa piu’ pesante contestato al deputato Luigi Cesaro nella richiesta d’arresto inoltrata alla Camera dal gip di Napoli. Accanto a questo, anche quelle di turbata liberta’ degli incanti e illecita concorrenza con violenza e minaccia, reati aggravati dall’aver agevolato il clan dei Casalesi, fazione Bidognetti.
Un’indagine nata dalle dichiarazioni dell’ex reggente del clan, ora pentito, Luigi Guida, che tra il 2000 e il 2005 ha tessuto rapporti con esponenti dell’imprenditoria e della politica del Casertano tra Castelvolturno, Villa Literno, Lusciano, Parete e Casal di Principe. Dichiarazioni, sottolinea l’aggiunto, che hanno gia’ avuto riscontro nel processo scaturito dall’indagine Normandia, che ha portato alla condanna anche in appello per concorso esterno in associazione camorristica dell’ex consigliere regionale campano Nicola Ferraro. Ma ci sono anche intercettazioni telefoniche e ambientali, effettuate anche negli uffici della sede del comune di Lusciano.
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“Chiederò che la Camera dei Deputati autorizzi rapidamente l’esecuzione del provvedimento sia perché ritengo giusto che io venga trattato come un comune cittadino, sia perché, finalmente, potrò uscire da un incubo che mi accompagna da anni”. Lo ha detto, in una nota, il deputato di Forza Italia ed ex presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, per il quale la Procura partenopea ha chiesto l’arresto per il reato di concorso in associazione di tipo mafioso e turbativa d’asta.
“Grande è la mia amarezza – ha aggiunto Cesaro – di fronte ad un’accusa ingiusta rispetto alla quale ho più volte ribadito la mia totale estraneità. Nel contempo mi sento, però, sollevato perché nell’ambito di un formale procedimento avrò la possibilità di difendermi fiducioso, come sempre, nella capacità della magistratura di accertare la verità nel rispetto delle prerogative difensive evitando di lasciarsi irretire da facili e suggestivi teoremi”.