21 luglio – Per l’Ilva “ci sono almeno 4-5 manifestazioni di interesse che sono in uno stadio di selezione abbastanza avanzato”. Lo ha dichiarato il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, al termine del consiglio informale Ue dei ministri dell’Industria sulla competitività. “Ci sono serie, serissime manifestazioni di interesse con cui stiamo andando avanti”, ha detto la Guidi, tra cui c’è il gruppo ArcelorMittal “che rimane fra gli interlocutori che sono nello stadio di colloqui più avanzato”.
“Il rilancio dell’Ilva passa attraverso una nuova soluzione industriale che stiamo valutando, che possa dare massima occupazione e massima capacità produttiva – ha proseguito il ministro – Ci sono alcune manifestazioni di interesse a livello internazionale”. Questo, ha precisato la Guidi, “non esclude che ci siano anche aziende italiane interessate”.
Intanto, sul fronte giudiziario, è arrivata la condanna a 6 anni e 6 mesi per Fabio Riva, figlio del patron dell’Ilva Emilio, al termine del processo sulla truffa allo stato di Riva Fire, holding che controlla il colosso siderurgico di Taranto. I giudici della terza sezione penale del Tribunale di Milano hanno stabilito una condanna superiore alle richieste del pm, che per lui aveva chiesto 5 anni e 4 mesi. Fabio Riva e stato condannato insieme ad altre due persone per associazione a delinquere e truffa.
Per lui e stata disposta l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Sul banco degli imputati, oltre al patron del gruppo, Emilio Riva (deceduto di recente), c’e anche la societa Riva Fire, condannata ai sensi della legge 231 sulla responsabilita oggettiva di enti per reati commessi dai loro manager o dirigenti. Le accuse sono quelle di associazione a delinquere e truffa. Secondo l’ipotesi formulata dai pm Mauro Clerici e Stefano Civardi, gli imputati avrebbero creato una societa ad hoc in Svizzera, la Riva Sa, per aggirare la normativa sancita dalla legge Ossola sull’erogazione dei contributi pubblici destinati alle imprese che esportano all’estero. Una truffa che avrebbe permesso a Riva Fire di sottrarre dalle casse dello Stato italiano risorse complessive per circa 100 milioni di euro.