17 luglio – Regina Catrambone, imprenditrice italiana trasferitasi a Malta, e suo marito Christofer, un assicuratore statunitense, hanno finanziato, per la prima volta, l’idea di una nave privata per il primo soccorso dei migranti in difficoltà. La donna, da sette anni nell’isola del Mediterraneo, racconta di aver risposto all’appello lanciato da Papa Francesco in visita a Lampedusa, l’otto luglio di un anno fa: “Guardando dritto nella telecamera – ricorda Regina – diceva che tutti quelli che hanno la possibilità di aiutare i migranti dovevano farlo”.
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Così la coppia ha dato vita alla Moas, acronimo di “Migrant offshore aid station”, che sarà operativa già dal prossimo mese. Regina e suo marito hanno acquistato in Virginia la Phoenix, poi ribattezzata Phoenix 1: un’imbarcazione di quarantatré metri ora attrezzata con droni Schiebel S-100 camcopter e personale specializzato per poter intercettare le carrette del mare in difficoltà.
Non si tratta, sottolinea la coppia, di un’iniziativa in concorrenza con l’operazione Mare Nostrum, avviata dalla Marina italiana, né con la guardia costiera maltese, piuttosto di un intervento tampone fino all’arrivo delle autorità competenti.
“Sono persone disperate – spiega la Catrambone all’agenzia ‘Redattore sociale’ – noi vogliamo soltanto essere sicuri che non muoiano nella loro disperazione. Molte persone mi dicono che sto solo sprecando soldi ma penso che si tratti di qualcosa di più della parabola del seminatore. Vogliamo essere di ispirazione ad altre persone, soprattutto in questo periodo di crisi economica in cui si tiene di più ai soldi che alla vita umana”.
E proprio sull’investimento sostenuto da Regina e Christofer vige il massimo riserbo. Ma per il futuro la donna spera che qualcuno – attraverso delle donazioni – aiuti lei e suo marito nella loro missione. “Chiedere dei soldi prima – conclude la Catrambone – avrebbe significato perdere troppo tempo e la sensazione è che sia già troppo tardi”.
Non farebbero prima ad aiutare le famiglie di Malta in difficoltà ? Eh no, è poco chic, poco “moderno”, ….. la sua e filantropia terzomondista da due soldi cara Signora !
Facile fare i finocchi con il culo degli altri eh!
Facile dire la cretinaggine dell’anno:”Vogliamo essere di ispirazione ad altre persone, soprattutto in questo periodo di crisi economica in cui si tiene di più ai soldi che alla vita umana” quando si vive a malta con i soldi!! Se le vite di questi “poverini” sono più importanti dei soldi, tielli tutti nella tua malta e già che ci sei, prendi e mantieni anche quelli che sono in italia. Se non lo fai, tutto ciò che hai affermato è solo fuffa!!
“la donna spera che qualcuno – attraverso delle donazioni – aiuti lei e suo marito nella loro missione”
la vedo molto dura trovare aiuti, potrebbero magari provare fra i residenti a castel volturno, lì in quel posto li aspettano a braccia aperte…
tutto fa pensare che la barca sia stata comprata con la pura evasione fiscale e quindi gli investimenti per l aoperazione non è atro ch euna grand eoperazione di lavaggio di denaro.se fossi in guardia di finanza,non mi fermerei davanti alla facciata umanitaria e guarderei a fondo …
E in Italia aumentano i morti per la fame !!!