15 luglio – Parla lo studioso Manetti: “Francescani dell’Immacolata perseguitati. Il papa ne risponderà dinanzi a Dio”
Carlo Manetti sarà a Firenze mercoledì 16 luglio per presentare la rivista di apologetica teologica ‘Fides Catholica’
Sul Sito di Firenze, Domenico Rosa ha intervistato Carlo Manetti, curatore del libro “Un caso che fa discutere. I Francescani dell’Immacolata” (Edizioni Fede e Cultura). Riportiamo qui di seguito il testo completo dell’intervista
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Dopo l’articolo “Francescani dell’Immacolata: Il Commissario Volpi liquida il diritto della Chiesa”, pubblicato sul sito di Corrispondenza Romana e ripreso da Riscossa Cristiana, dello scrittore Carlo Manetti, è tornata al centro del dibattito la vicenda dell’ordine fondato da Padre Manelli, la famiglia religiosa responsabile della parrocchia di San Salvatore in Borgo Ognissanti a Firenze.
Manetti, curatore di un libro “Un caso che fa discutere. I Francescani dell’Immacolata” (Edizioni Fede e Cultura) sarà a Firenze mercoledì 16 luglio per presentare la rivista di apologetica teologica ‘Fides Catholica’, fondata dall’ex priore della parrocchia di Ogissanti padre Serafino M. Lanzetta, allontanato in seguito al commissariamento dei Francescani dell’Immacolata. All’incontro che si terrà alle ore 17 presso la Sala Collezioni del Consiglio Regionale della Toscana in via Cavour, 18, parteciperanno Giovanni Donzelli, capogruppo FdI in Regione; Pucci Cipriani, direttore di Controrivoluzione; Ascanio Ruschi, presidente della Comunione Tradizionale; Guido Scatizzi, colloboratore di Riscossa Cristiana.
In attesa dell’incontro fiorentino abbiamo intervistato lo studioso piemontese per conoscere meglio questa vicenda che da ormai un anno sta turbando il mondo cattolico.
Dott. Manetti, nel suo ultimo articolo lei parla delle violazioni del diritto canonico compiute dal commissario, p. Fidenzio Volpi. Questo però non è che un aspetto di una vicenda che appare nel suo complesso di difficile comprensione. Vuole farci una breve cronistoria di ciò che è accaduto?
La vicenda è lunga e tortuosa: mi proverò, quindi, a farne una breve sintesi, che risulterà incompleta e necessitante di approfondimenti su più punti, ma, spero, chiara ed obiettiva; se qualcuno volesse approfondire meglio la questione degli esordi e della conduzione prima della vicenda, può leggere il libro «Un caso che fa discutere. I Francescani dell’Immacolata», che ho avuto l’onore di curare per Fede & Cultura, in cui sono raccolti i più importanti interventi giornalistici sul tema.
Tutto nasce da cinque Frati Francescani dell’Immacolata, che dissentono dal Padre fondatore e lo accusano di autoritarismo ed autoreferenzialità. La Congregazione per gli istituti di vita consacrata e per le società di vita apostolica, presieduta dal Cardinale João Braz de Aviz, invia un Visitatore Apostolico, Monsignor Vito Angelo Todisco, che chiede il commissariamento dell’Ordine, a conclusione di una visita canonica che definire “irrituale” è poco. Il Commissario Apostolico inviato è Padre Fidenzio Volpi, che, fin dal principio della sua missione, conduce un progressivo, anche se rapido, smantellamento dell’Ordine: chiusura di conventi, eliminazione del seminario, trasferimenti assolutamente arbitrari e punitivi di tutti i frati che hanno ricoperto ruoli importanti all’interno dell’Istituto, concentrazione di ogni autorità nelle mani proprie e di Padre Alfonso Bruno, definito, con ardito parallelismo storico, ma non senza fondamento, da Pucci Cipriani come il Quisling della situazione, oltre ad un manipolo di collaborazionisti. Il tutto per traghettare l’Ordine a confluire nei Cappuccini, di cui lo stesso Padre Volpi è esponente, come trapelato qualche mese orsono.
Mi par di capire dalla sua risposta che il commissariamento e le modalità con cui viene attuato non trovano di fatto giustificazioni. Tra i Francescani dell’Immacolata non sono accaduti scandali, non ci sono stati comportamenti o discorsi censurabili dal punto di vista della dottrina. Ma quali sono le motivazioni ufficiali delle autorità religiose?
La cosa che maggiormente sorprende è la totale assenza di accuse nei confronti di Padre Manelli e dei Francescani dell’Immacolata rimossi. L’unica cosa che viene imputata loro è quella di «non sentire cum Ecclesia». Già il tenore dell’accusa ricorda molto da vicino il concetto di «colpa d’autore», vale a dire il singolare reato presente, in tutta la storia dell’umanità, unicamente nel codice penale della Germania nazionalsocialista e nell’Unione Sovietica staliniana, che prevedeva la condanna di qualcuno che non si era macchiato di nessun crimine specifico, cioè non aveva tenuto nessuna condotta espressamente vietata dalla legge, ma era, per sua natura, non conforme al regime.
La vicenda ha superato i confini dei siti web cattolici e se non sbaglio è stata ripresa anche dalla stampa nazionale. Secondo lei c’è stata in proposito un’informazione corretta?
A parte coloro che hanno colto l’occasione per compiere atti, non richiesti, di adesione ad ogni cosa provenga dalla Santa Sede o sia da questa direttamente o indirettamente avallata e per cercare di colpire di cattolici fedeli alla Tradizione ed i megafoni di Padre Bruno (entrambe le categorie, debbo dire, molto limitate), la vicenda dei Francescani dell’Immacolata ha posto seri dubbi a molti, tra cui i maggiori vaticanisti, anche di parte laica, sull’operato del Commissario. Si sarebbe forse potuto dire di più e meglio, ma, sostanzialmente, è uscita abbastanza la verità.
La gente comune come ha reagito a questa vicenda?
C’è stato molto sbigottimento. Molto dolore. Ma direi che va crescendo il desiderio, composto, quasi “freddo” e, quindi, più profondo e duraturo nel tempo, di reagire, di dimostrare vicinanza a questi frati, la cui unica colpa è quella di pregare e fare penitenza, di vivere come la Chiesa ha sempre insegnato che debbono vivere dei religiosi, senza seguire le ultime mode ecclesiali.
A suo avviso, come si chiuderà il commissariamento? Lei pensa che l’ordine rischi di scomparire?
Non lo so, ma tutti gli indizi portano a concludere che il disegno sia proprio quello di smantellare l’Ordine, anche come esempio di normalizzazione e di nuovo clima ecclesiale, dove poco o nulla si tollera chi non si conforma al nuovo vento, chi prega troppo, come la Visitatrice apostolica ha rimproverato alle suore dell’Ordine.
Ma il Papa non potrebbe intervenire? Mi pare che l’avesse anche promesso ai familiari di Padre Manelli…
Finora ha sempre avallato tutto ciò che il Commissario ha fatto. Su questo punto (è l’unico) bisogna dire che Padre Volpi ha perfettamente ragione. Dopo la promessa di intervento fatta ai parenti di Padre Manelli, è intervenuto, ma per ribadire il suo appoggio all’azione del Commissario. Risponderà a Dio di questo, come io Gli risponderò di questa intervista e di tutto ciò che ho detto e scritto su questa triste vicenda.
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