Università Roma Tre: nomadi nei bagni per lavarsi e in bici nei corridoi a torso nudo

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12 luglio – Nomadi padroni anche all’università, dove utilizzano i bagni per lavarsi, i corridoi (in sella alle bici) per spostamenti più rapidi da un accampamento all’altro, le macchinette del caffè per il rifornimento economico. Succede a Roma Tre, nei dipartimenti di Ingegneria, Matematica e Scienze di via della Vasca Navale a Marconi, una zona in più punti sporcata da insediamenti abusivi più o meno tollerati che finiscono col creare problemi a tutto ciò che sorge intorno, in primis la sede dell’università già circondata da roulotte, discariche ad ogni incrocio e parcheggiatori abusivi.

L’sos arriva direttamente dagli studenti, stanchi dell’inerzia istituzionale dopo che, da gennaio ormai, hanno interpellato chiunque pensavano potesse mettere un freno all’invasione, dal sindaco di Roma al presidente dell’VIII municipio Catarci passando per il capo della Municipale: invece, nessun intervento o risposte vaghe, come quella dei vigili che, l’11 giugno scorso, si sono limitati a fare il resoconto delle operazioni di «riqualificazione dell’intera zona di San Paolo-Ostiense».

Al contrario, come continuano a precisare i ragazzi, i disagi si registrano all’interno dell’università, che per i rom è in qualche modo diventata anche casa loro. Perché «ogni mattina – raccontano – utilizzano i nostri bagni per lavare i vestiti, farsi la barba o fare la doccia ai bambini negli spazi riservati ai disabili, oppure rubano le monetine dai distributori automatici, viaggiano in bicicletta a torso nudo tra i corridoi e ci privano degli armadietti: due senzatetto li usano abitualmente, uno lo abbiamo poi visto chiedere l’elemosina davanti ad una pasticceria a San Paolo».

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Per Giovanni Mosiello, rappresentante degli studenti, è una questione di decoro ma non solo: «Abbiamo registrato continui furti e danneggiamenti alle autovetture, soprattutto tra via della Vasca Navale, vicolo Savini e via Volterra. Il degrado dell’intera area è evidente, ci siamo informati con la comunità di Sant’Egidio sulle due roulotte che sostano all’ingresso, ci è stato risposto che sono autorizzate. Il problema diventa così anche la sicurezza, nell’ultimo anno 6 tentativi di aggressione ai danni di ragazze, una proprio all’interno degli stessi bagni che i rom lasciano in condizioni pietose, e 5 rapine», senza contare «le discussioni, anche ieri (mercoledì, ndr) con il senzatetto che occupa uno degli armadietti, molti forzati quindi rotti». Episodi e incursioni che si sono intensificati, spiegano i ragazzi, dall’inizio dell’ultimo anno accademico ad ottobre, probabilmente esito dello sgombero, tra il Tevere e via della Vasca Navale, di diversi insediamenti abusivi.

«Le istituzioni sembrano averci abbandonato, rispondendo sempre che “più di così non possono fare” – continua Eliana, una studentessa di 24 anni – passiamo negli edifici di via della Vasca Navale anche dieci ore al giorno, davvero per noi è come se entrassimo a casa nostra, e vederla ridotta così ci fa stare davvero male». Circa un mese e mezzo fa, nel corso di un’assemblea organizzata in ateneo sul “caso nomadi”, oltre al minisindaco Catarci che ha rivendicato lo smantellamento del mercatino abusivo di via della Vasca Navale è intervenuto – non si sa a quale titolo né chi l’abbia invitato – anche il cosiddetto Zorro, nomade capo-popolo promotore di varie manifestazioni per difendere quella compravendita illegale di stracci: «Non siamo noi ad invadere la vostra università – si sarebbe giustificato davanti ai ragazzi – sono gli altri gruppi che non lavorano, se avete problemi dite a me che sistemo tutto». Zorro si è fatto avanti, ma i ragazzi aspettano le istituzioni.

Erica Dellapasqua per il tempo

3 thoughts on “Università Roma Tre: nomadi nei bagni per lavarsi e in bici nei corridoi a torso nudo

  1. Secondo le autorità ,ovviamente, è solo allarmismo da parte dei soliti studenti “razzisti” !

  2. Il bello è che se vedono un CLANDESTINO o ROM rubare, fare il parcheggiatore abusivo, chiedere la CARITA’ o fare altre cose, dicono povera GENTE, se vedono un ITALIANO fare la stessa cosa dicono VAI a LAVORARE o chiamano la POLIZIA.

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