12 lug. – Ancora un inchino di troppo durante una processione della Madonna in provincia di Reggio Calabria. Dopo il caso di Oppido Mamertina, e’ accaduto di nuovo, domenica scorsa, durante una processione a San Procopio.
Lo scrive oggi “il Quotidiano del Sud”, secondo cui giunta davanti casa di Domenico Alvaro, in atto detenuto, la processione si e’ fermata, la moglie dell’uomo e’ uscita ed ha offerto un obolo.
Sul nuovo caso, ha detto all’AGI il procuratore distrettuale della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, e’ stata aperta una nuova inchiesta, dopo quella per il caso di Oppido. Stavolta a rilevare l’accaduto e’ stata la Polizia di Stato. Al momento non vi sono indagati iscritti nel registro delle notizie di reato.
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“San Procopio non ci sta!”.
Cosi’ inizia una lunga lettera che il sindaco di San Procopio, nonche’ assessore della Provincia di Reggio Calabria alla legalita’, Eduardo Lamberti Castronuovo, ha indirizzato a tutte le autorita’ civili, militari e religiose della provincia, smentendo la ricostruzione dei fatti, riportata oggi dal “Quotidiano del Sud” circa la processione di domenica scorsa.
“Proprio perche’ i fatti di Oppido Mamertina avevano destato un clamore mediatico – dice Lamberti – in qualita’ di sindaco del paese di San Procopio avevo chiesto al comandante della Stazione dei Carabinieri, se ci fossero state controindicazioni o indicazioni dell’Arma per il sereno e legale svolgimento della processione del Santo Patrono dell’8 luglio scorso”.
“Nessun rilevo e’ stato fatto. Ne’ prima e ne’ dopo” spiega Lamberti, che durante la processione ha avuto al suo fianco il maresciallo della Benemerita a capo della locale stazione.
“Tutto si e’ svolto – prosegue Lamberti – serenamente senza “inchini” ne’ “soste” ad omaggio di chicchessia”. Non solo, proprio il giorno dopo il sindaco Lamberti ha scritto al comandante provinciale dell’Arma per ringraziarlo della presenza dei Carabinieri. “La processione – puntualizza Lamberti – si e’ fermata nei posti soli per dare respiro ai portatori”. Il percorso e’ stato allungato solo per raggiungere la casa di riposo di recente istituzione. Quanto all’obolo, questa la puntualizzazione di Lamberti: “Gli oboli vengono raccolti da ragazzini di 10 anni che si alternano nel portare, a mo’ di stendardo, un sacchetto per le offerte dieci metri avanti della processione. E, naturalmente, non sono in grado di richiedere il certificato penale a chi fa ascendere al cielo preghiere per i defunti, siano essi mafiosi o non, accompagnandole con qualche moneta per la Chiesa”. “Il paese di San Procopio – conclude Lamberti che annuncia la convocazione per martedi’ 15 luglio di un consiglio ad hoc – si inchina solo di fronte alla religione e alle Leggi delo Stato, non davanti alla mafia che aborrisce e combatte con i mezzi della cultura”. .