Province, il 30 Settembre si eleggono gli Organi Dirigenti. ma non sarete VOI a votare

10 LUGLIO – Vi ricordate l’ultima fanfaronata di Matteo Renzi: ho abolito le province!

Ehm, non esattamente.

matteo-renzi
(state Manzi, se SI vota oggi prende il 50% e oltre… quindi MUTI)

Matteo Renzi ha abolito le elezioni dei consigli Provinciali da parte dei cittadini ma NON le Province, ne gli organi dirigenti (a nomina politica e a stipendio da Reali d’Inghilterra) .

Anzi neppure questo è vero, gli organi delle province verranno eletti ma…. se li eleggeranno LORO la Casta, da soli. E voi andate affanculo. (e d’altronde gli avete dato il 40,8% quindi state Muti!)

da Infosurbia

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Province abolite? Macché. Matteo Renzi continua a ripetere di aver cancellato l’ente provinciale. In realtà, per ora, gli unici tagli riguardano il budget e l’azzeramento degli stipendi agli organi politici. Inoltre le Province sono diventati organi elettivi di secondo livello: vuol dire che a votarne le cariche non saranno i cittadini, ma sindaci e consiglieri comunali del territorio. Come funzionerà Nei giorni scorsi il Ministero dell’Interno ha emesso la circolare sulle linee guida per lo svolgimento di queste elezioni speciali. Si prenda a esempio la Provincia più popolosa dell’Insubria, quella di Varese.

QUANDO SI VOTA: Il Viminale indica il 30 settembre come data limite per la chiamata alle urne e “suggerisce” domenica 28 settembre come giorno ideale. I seggi saranno aperti dalle ore 8 alle 20 e gestire (e a pagare) la macchina sarà un Ufficio elettorale creato ad hoc fra i dipendenti della Provincia.

CHI VOTA: Come detto il corpo elettorale sarà composto dai sindaci e dai consiglieri comunali in carica 35 giorni prima della votazione. Ad oggi i 139 Comuni della Provincia di Varese producono 1.819 elettori.

CHI SI PUO’ CANDIDARE: Come presidente della Provincia si può candidare un sindaco il cui mandato scada non prima di diciotto mesi dalle elezioni provinciali, mentre la candidatura al Consiglio provinciale è possibile sia ai primi cittadini che ai consiglieri comunali in essere. Ad entrambe le cariche possono ambire anche i consiglieri provinciali che sedavano a Villa Recalcati fino al suo scioglimento della primavera 2013. Come a dire: se Renzi li voleva rottamare, ora si è data loro un’opportunità di “salvataggio” istituzionale in zona Cesarini. Al candidato presidente sarà collegata una lista di candidati consiglieri che andrà da un minimo di otto a un massimo di sedici candidati che si divideranno le sedici poltrone a disposizione nel Consiglio, tramite il voto di preferenza unica. Per tutti non ci sarà stipendio, ma avranno il potere di gestire (cosa non da poco) il budget dell’ente. Altra questione: le quote rosa. Mentre nelle ultime elezioni Comunali, molte liste hanno dovuto spaccarsi la testa per inserire le donne richieste per Legge, in Provincia le quote rosa non sono contemplate, almeno per le elezioni che si svolgeranno nei prossimi cinque anni.

COME CANDIDARSI: Per presentare la candidatura a presidente della Provincia, il candidato dovrà avere una lista di sottoscrittori pari al 15% degli aventi diritto (nel Varesotto pari a un minimo di 273 firme) mentre come consigliere provinciale basta il 5% (minimo 91).

VOTO PONDERATO: Uno degli ultimi nodi da sciogliere per l’elezione dei nuovi organi della Provincia riguarda la ponderazione del voto. In sintesi le schede dei 1.819 aventi diritto non varranno allo stesso modo, ma peseranno a seconda degli abitanti del Comune che si rappresenta. Più il paese è grande e più il voto vale. La scheda del sindaco di Varese, per esemplificare, varrà molto di più di quella del collega di Marzio. Già, ma quanto? Il Ddl Delrio propone un calcolo complicato che, nei prossimi giorni, dovrà essere affrontato dal costituendo Ufficio elettorale della Provincia. A quanto pare centrodestra (Forza Italia, Lega Nord, Nuovo centrodestra) e centrosinistra (Partito democratico, Sinistre ecologia e libertà) si stanno già adoperando con degli algoritmi degni di Einstein per capire chi è in vantaggio e, dopo una prima stima, sembra che il risultato sia in bilico. Quindi è aperta la “caccia” al sindaco e ai consiglieri politicamente non schierati: decine di voti fondamentali per far pendere la bilancia da una parte o dall’altra. Restando alle quattro grandi città, Varese e Busto Arsizio porteranno messe di voti al centrodestra, mentre Gallarate e Saronno riequilibreranno la situazione a favore di Pd e soci. In Provincia di Varese i voti avranno cinque pesi diversi e ognuno voterà con una scheda di colore diverso: scheda azzurra fino a 3.000 abitanti, arancione da 3.000 a 5.000, grigia da 5.000 a 10.000, rossa da 10.000 a 30.000 e verde da 30.000 a 100.000.

Nicola Antonello
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Confesso che mi viene abbastanza da ridere (perdonatemi ma vista da qui Cialtronia è uno Zoo piuttosto divertente)

RISCHIO CALCOLATO