10 luglio – Nel suo intervento alla Conferenza “Un’Europa senza euro” tenutosi a Roma sabato 12 aprile ed organizzata da A-simmetrie, l’ex commissario dell’Unione Europea e firmatario del Manifesto di solidarietà europea, Fred Bolkestein riporta una frase dell’ex cancelliere Helmut Kohl al Parlamento europeo nel 1991: “L’Unione politica è la controparte essenziale dell’Unione monetaria”. L’unione politica doveva precedere la formazione della moneta unica e di una vera e propria Banca centrale. E’ avvenuto l’opposto, ricorda Bolkstein, e all’interno di Maastricht le politiche per creare un’unione monetaria non hanno avuto un effetto integrante politico, ma un effetto opposto come vediamo oggi.
Tra i 5 criteri di Maastricht, il primo è il parametro del 3% di deficit per tutti i paesi, ribadito in una posizione solenne dal Patto di stabilità e crescita. Ma non è stato rispettato in primis da Francia e Germania dopo pochi anni. Un trattato che tutti hanno firmato e solennemente ribadito formalmente da tutti i paesi è stato palesemente violato e quindi non c’è nessuna credibilità per tutti i patti successivi firmati a Bruxelles.
L’idea di Kohl era di un’Europa federale sull’esperienza storica tedesca. Oggi l’Ue ha alcune caratteristiche federali ma molte relative e frutto del “romanticismo” dell’idea di Europa. Le culture economiche sono diverse e non c’è solidarietà. La visione francese è che gli squilibri dei bilanci dei pagamenti devono essere aggiustati e finanziati congiuntamente con i paesi in avanzo che devono finanziare i paesi in deficit. Si tratta di una visione non sostenibile nel lungo periodo.
Per questo, secondo Bolkestein, la soluzione degli eurobond diluirebbero solo la responsabilità e sarebbe come l’euro, vale a dire un “velo”: i tedeschi, del resto, non vogliono trasferimenti e eurobond. Del resto, come insegna la storia italiana, con la lira troppo forte nel Nord e la creazione della fallimentare Cassa di Mezzogiorno, i trasferimenti da una regione ricca ad una povera non funzionano.
L’Unione monetaria è fallita, conclude Bolkstein, e i paesi in situazione di deficit non possono risolvere i loro problemi da soli. Anzi, questo è un’ulteriore causa di sofferenza. Le alternative non esistono e “dobbiamo pensare a un secondo passaggio: l’uscita dall’euro”. antiplomatico