10 luglio – La polemica va avanti da qualche giorno. Da quando un gruppo di parlamentari di Forza Italia e Lega ha chiesto di istituire una Commissione d’inchiesta disciplinare sulla vicenda. Ora, però, il caso esce dalle Aule parlamentari. E finisce in Procura.
Cosa ha scatenato tanta rabbia? Una canzone di Amir Issaa, rapper romano, conosciuto nella scena hip hop semplicemente come Amir, padre egiziano e madre italiana, autore di «Ius Music». Per i deputati la canzone è un’istigazione alla violenza anti-italiana. E il fatto è ancora più grave visto che nel video, girato all’interno dell’istituto Beccadelli di Tor Pignattara, fa la sua apparizione per un cameo un parlamentare Pd: Khalid Chaouki. Da qui la richiesta di dimissioni del collega e di provvedimenti disciplinari.
In effetti il testo della canzone è piuttosto duro. Diverse le frasi incriminate. Su tutte quella che recita «Da Palermo a Torino scoppierà un casino». Cui si aggiungono riferimenti non proprio edulcorati a «gente stupida rimasta ancora al medioevo» e «case di ignoranti». Mentre non passano inosservati avvertimenti come «non ti salverai in Padania» o «è la storia di un normale cittadino impazzito era clandestino adesso è un assassino».
Abbastanza per spingere Souad Sbai, presidente dell’Associazione donne marocchine in Italia, a presentare un esposto presso la procura di Roma. L’ex deputata punta il dito anche su una scena del video in cui Chaouki, nei panni del preside, punisce un bambino che ha confessato di aver scritto sul muro del bagno. Niente di male se non fosse che, secondo Sbai, il bambino viene punito anzitutto perché italiano.
Insomma ce n’è abbastanza per chiedere l’intervento dell’autorità giudiziaria. Non prima di aver sottolineato che Chaouki, invece di dissociarsi, condivide a tal punto il progetto da sponsorizzarlo sul proprio profilo Facebook: «L’ultima creazione di Amir, Ius Music! Assolutamente da vedere e sentire per mille motivi, e non solo perché sono tra le comparse».
Ora la palla è nelle mani della Procura. Nel frattempo Amir si è difeso sul proprio blog: «Assurdo fare il processo a una canzone accusandomi di fomentare l’odio contro gli italiani. L’Italia è il Paese che amo, è dove sono nato e cresciuto, io e i miei familiari. Mia mamma era italiana e di conseguenza tutta la sua famiglia. Per farvela breve sono nato a Trastevere, cresciuto tra la Garbatella e Tor Pignattara e se dovessi andare in Egitto non saprei come muovermi. Da piccolo sono andato in una scuola di suore a Testaccio, e nonostante mio padre fosse egiziano e di religione islamica, io non sono musulmano».