10 luglio – La Russia continua il pressing per fare avanzare il South Stream, progetto bloccato dalla Commissione europea e che sta diventando il fulcro della scontro tra Mosca e Bruxelles, sullo sfondo della crisi ucraina. Oggi il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha incassato l’appoggio della Slovenia alla nuova via del gas, mentre una controllata di Gazprom, la Tsentrgaz si è aggiudicata la costruzione del tratto serbo del South Stream.
“Siamo convinti della necessità di rimuovere tutti gli ostacoli artificiali sulla via della realizzazione (del South Stream) e di agire in ottemperanza agli accordi intergovernativi già conclusi”, ha dichiarato Lavrov a Maribor, ribadendo che il nuovo gasdotto rafforzerà la sicurezza delle forniture di gas all’Europa.
La Commissione Ue ha chiesto alla Bulgaria la sospensione dei lavori per il South Stream, contestando la violazione delle norme del cosiddetto Terzo Pacchetto Energia, che prevede la divisone tra il ruolo di distributore e di fornitore del gas, cosa che esclude automaticamente il colosso del metano russo Gazprom. Ma la Russia, come ha fatto nuovamente notare oggi Lavrov, considera scorretta e inaccettabile l’applicazione delle regole del Terzo pacchetto in modo retroattivo rispetto agli accordi già firmati con i singoli Paesi Ue.
La Bulgaria ha comunque dichiarato di sperare che l’Ue cambi posizione, come pure l’Austria, mentre il premier ungherese Viktor Orban ha fatto sapere che il tratto ungherese del gasdotto sarà costruito, punto e basta. “Non possiamo dipendere dall’Ucraina per le nostre forniture energetiche”, ha detto. Oggi Gazprom ha annunciato che Tsentrgaz ha vinto la gara di appalto per la costruizone del tratto serbo e “sarà responsabile della fase preparatoria del progetto, della consegna degli equipaggaimenti e dei materiali, della formazione del personale e dell’entrata in fuzione del South Stream in Serbia”.
Belgrado, che a gennaio avvierà i negoziati di adesione all’Ue, si ritrova nell’imbarazzante posizione di dover mediare tra aspirazioni europee e relazioni privilegiate con Mosca. Il governo ha tuttavia di recente dichiarato di voler procedere con la costruzione del tratto serbo del South Stream e la notizia della scelta del costruttore conferma questa linea. Il South Stream è nato da un patto tra Eni e Gazprom, poi allargato alla francese Edf e alla tedesca Wintershall. Anche l’Italia è favorevole alla sua costruzione e auspica che con Bruxelles si trovi una soluzione di compromesso. Questa nuova via del gas, fortemente voluta dal presidente russo Vladimir Putin, con un tracciato di 3.600 chilometri e un costo stimato a 16 miliardi di euro, deve collegare la Russia alla Bulgaria passando per il Mar Nero e procedendo poi verso Serbia, Ungheria e Slovenia. Aggirando completamente l’Ucraina e quindi ridimensionando fortemente il suo ruolo di Paese di transito del gas russo.
Fonte Il Nord