“I peli sul corpo di Yara non sono di Bossetti”
4 luglio – Di colpo di scena in colpo di scena. Di prova in prova. Tutto per cercare di dimostrare, al di là di ogni ragionevole dubbio, che Massimo Giuseppe Bossetti sia l’assassino di Yara Gambirasio. La procura, che ne ha firmato l’arresto una decina di giorni fa, ne è convinta e non sta lasciando nulla al caso. La Volvo V40, il furgone Iveco cassonato, la casa, i cellulari e il pc del muratore di Mapello sono tutti sotto la lente d’ingrandimento dei pm, alla disperata ricerca di altre prove utili per mettere a segno un punto decisivo nella battaglia del Dna. Per ora, però, incredibilmente, ad esultare potrebbe essere proprio il carpentiere bergamasco.
Secondo indiscrezioni pubblicate da La Stampa i peli ritrovati sul corpo della ragazzina di Brembate non sarebbero di Bossetti. Mancherebbe, infatti, la corrispondenza tra il Dna della vittima e quello del presunto killer. La perizia non è ancora stata deposita ma i dubbi sembrano pochi: “No match”.
Agli inquirenti, quindi, non resta che attendere i risultati degli esami fatti sulle auto del muratore. Nella sua Volvo e nel suo furgone il luminol – un composto chimico che reagisce a contatto con il sangue – ha evidenziato la presenza di alcune tracce. Bisogna, però, attendere il laboratorio di analisi che dirà se è sangue e, nel caso, a chi quella traccia ematica appartiene. La battaglia del Dna continua.
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