Spadò, l’artista che incantò l’Europa

SPadò e Josephine Baker
Spadò e Josephine Baker

Marco Travaglini
Spadò, il danzatore nudo: la vita segreta dell’eclettico artista Alberto Spadolini
Casa editrice Andrea Livi

In questa storia ci sono uno zio e un nipote. Uno zio misterioso e un nipote curioso che si incontrano poco finché la morte porta via lo zio e il caso lo restituisce al nipote. Che passa anni a ricostruirne la memoria, seguendo ogni filo di quel che ne è rimasto pur di fissarne il ricordo. Lo zio di questa storia è Alberto Spadolini, nato ad Ancona nel 1907, danzatore, coreografo, pittore e molto altro…


INTERVISTA A MARCO TRAVAGLINI, MARTEDI’ LUGLIO 2014 (a cura di Luca Balduzzi)

Alberto Spadolini. Un personaggio che abbiamo cominciato a conoscere solamente di recente…
Fino a un decennio fa Alberto Spadolini (Ancona 1907-Parigi 1972) è un artista completamente dimenticato in Italia. Negli USA è ricordato come cantante, in Svezia come pittore, in Gran Bretagna come danzatore, in Francia anche come attore, illustratore, giornalista… Poi accade che nel 1978, durante un trasloco, ho trovato nella soffitta delle mie zie e sorelle di Alberto, uno scatolone contenente il suo archivio cioè foto artistiche degli Anni 30, documenti, dépliant e manifesti degli spettacoli di danza e delle esposizioni di pittura provenienti da tutto il mondo. All’epoca sono troppo giovane e soprattutto senza un bagaglio culturale che mi permetta di apprezzare appieno quelle immagini. Solo nell’anno scolastico 2004-2005, mentre insegno presso l’Istituto statale d’Arte “Federico Fellini” di Riccione, racconto la storia di Spadolini al Dirigente scolastico. In breve tempo mio zio diventa “progetto d’istituto”. Viene allestita una rassegna nel Castello degli Agolanti di Riccione che riceve l’inaspettato patrocinio dell’Ambasciata di Francia, dell’Ambasciata di Svezia, quello del Presidente della Repubblica Ciampi…

Artista a tutto tondo, ma anche -si dice- agente segreto nella lotta contro il regime nazista, e tenuto in grande considerazione dagli Stati Uniti…
E’ ciò che hanno riferito i più cari amici di Spadò, come era soprannominato a Parigi. Fra l’autunno 1940 e l’inverno 1941, mentre infuria la 2° Guerra mondiale, è a Berlino dove si esibisce in uno spettacolo in onore di Franz Lehar alla presenza di Adolf Hitler, che vorrà stringergli la mano. Quindi Alberto si reca a Stoccolma dove trafuga importanti codici segreti che occulta fra le sue tele e che consegna alla Resistenza antinazista a Marsiglia. Sempre nel corso della 2° Guerra mondiale, Spadolini nasconde nel proprio appartamento di Parigi un gruppo di ebrei. Ma, a differenza di Joséphine Baker, il suo coinvolgimento nella Resistenza non sarà mai rivelato. Egli continuerà a lavorare come agente per i Servizi segreti occidentali nel dopoguerra, in missione in Europa, nel Nord.Africa, in VietNam, ecc.

L’ascesa di Spadolini all’estero si lega indissolubilmente al nome di Josephine Baker…
Si, con Joséphine c’è stata una tempestosa storia d’amore, un folle amore nella folle Parigi anni ‘30. Hanno danzato insieme nel 1932-1933 al Casino de Paris, poi per un anno in tournée all’estero finché, a causa di gelosie professionali, tutto è finito. I loro spettacoli sono stati applauditi da Principi e Re, da Presidenti della Repubblica e dai grandi poeti dell’epoca. Va comunque ricordato che Spadò, prima e dopo la Baker, ha ballato e allestito mostre in tutto il mondo ed ovunque ha riscosso successi.

Molti sono stati i suoi amici ed ammiratori, fra l’Italia e l’Europa, e tuttora Spadolini vanta estimatori in tutto il Vecchio continente…
Spadolini è stato un artista molto amato, considerato ancora più bello di Rodolfo Valentino.
Come un diamante dalle mille sfaccettature Spadò è stato negli Anni 20 scenografo al Teatro degli Indipendenti di Roma accanto a Giorgio De Chirico e Filippo Tommaso Marinetti; decoratore al Vittoriale diventa amico ed allievo di Gabriele d’Annunzio; negli Anni 30 esplode nel ruolo di danzatore accanto a Joséphine Baker, a Mistinguett e a Serge Lifar; coreografo stimato da Maurice Ravel e Paul Valéry; attore nel cinema francese con Jean Marais e Jean Gabin; negli Anni 50 è sceneggiatore e regista di documentari con Django Reinhardt e Carmen Amaya; adattatore dei dialoghi per la London Film; restauratore di antichi dipinti nell’atelier di Jules Boucher; cantante di musica melodica; illustratore di poesie; scultore dallo stile michelangiolesco; giornalista ironico; per tutta la vita pittore apprezzato da Max Jacob e Jean Cocteau…
A seguito della sua riscoperta, fra il 2005 ed il 2014 sono stati pubblicati oltre 400 articoli su quotidiani e riviste prestigiose come Vogue, Vanity Fair, il Venerdì di Repubblica, Oggi, Stile Arte, Qui Touring, Franco Maria Ricci, ecc… In Italia sono state organizzate una decina fra mostre e festival (Riccione, Cattolica, Mondaino, Fermo, Ancona, Porto S. Giorgio, Montefano, Portonovo, Modigliana…); un music-hall è stato allestito a Los Angeles dall’American Ballet; conferenze si sono tenute alla University of Oxford e alla University of St. Andrews in Scozia. Oggi fra gli estimatori ci sono personaggi come lo storico dell’arte Philippe Daverio, il regista Antonio Calenda, la signora Carla Bruni Sarkozy, la principessa Caroline di Monaco, il Sindaco di Parigi Delanoé, i Presidenti della Repubblica François Hollande e Giorgio Napolitano.

Qual è l’attività dell’Atelier di Riccione, recentemente riaperto al pubblico in occasione del 40° anniversario della scomparsa di Spadolini?
L’Atelier Spadolini si propone di far conoscere un uomo che non si è mai arreso di fronte alle difficoltà della vita. Grazie al suo impegno e alla sua cultura ha conquistato la favolosa Parigi degli Anni 30. Nel 2015, in occasione del 10° anniversario della sua riscoperta, vorremmo organizzare una grande rassegna a Villa Mussolini di Riccione. Ma il nostro sogno rimane un film che ne ripercorra le gesta e, naturalmente, un museo che raccolga le sue magnifiche opere, i suoi dipinti sulla danza, le sue sculture, le immagini fotografiche.