RIFUGIATI POLITICI: “insopprimibile presidio che tutela vita e dignità umana, dove la ‘ragione di stato’ è destinata ad arretrare”, Dalle origini dell’asilo al caso Assange.
21 GIUGNO – Giuseppe Paccione oltre ad essere un accreditato Ricercatore indipendente in Diritto Internazionale, Diritto dell’UE e Diritto Costituzionale è un affermato Giurista esperto di Diritto Diplomatico e Consolare che in questa monografia traccia con sicurezza una compiuta ricostruzione dell’Istituto dell’asilo diplomatico, attraverso la pubblicazione della sua prima opera: “L’Asilo Diplomatico e caso Assange nel Diritto Internazionale e protezione diplomatica e consolare nella Ue”.
L’autore, si sofferma sullo sviluppo dell’istituto e afferma che alle origini l’asilo era concesso solo ai comuni criminali e non ai ricercati per reati politici. Mentre, in età contemporanea l’asilo trova le proprie fonti, oltre che nella prassi, anche nelle Convenzioni internazionali sottoscritte da taluni Paesi dell’America Latina, nonché nella Convenzione diplomatica e consolare di Vienna e – per quanto riguarda l’asilo diplomatico per ragioni umanitarie – nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e nella CEDU la Convenzione Europea sui Diritti dell’Uomo.
All’esegesi delle fonti, Paccione aggiunge una dettagliata e soprattutto interessante casistica per i non specialisti della materia, ricordando come l’Istituto abbia trovato spesso e costante applicazione in occasione dei maggiori conflitti del ‘900 e che ancora oggi, nell’era della globalizzazione svolge un’importante funzione. Leggendo quest’opera, ripercorriamo il dramma della guerra civile spagnola, dell’occupazione dell’Ungheria e della persecuzione del Cardinale Mindszeny, come del dissidente cinese Chen Guangcheng e del soldato Sukhanov, ed infine di Assange. La ricostruzione dei fatti però, non è mai disancorata dall’esame delle decisioni della Corte internazionale di giustizia che si è pronunciata sulla legittimità dell’asilo concesso.
La lettura della monografia porta a condividere le conclusioni dell’autore sulla vitalità dell’Istituto – che oggi, pare integrarsi sempre più con il principio del non respingimento dei rifugiati – e che costituisce insopprimibile presidio a tutela di un valore, la vita e la dignità umana, di fronte al quale la ragione di stato è destinata ad arretrare.
Nel nostro Paese, il diritto di asilo è tra i diritti fondamentali dell’uomo riconosciuti dalla nostra Costituzione. L’articolo 10, terzo comma, della Costituzione prevede, infatti, che lo straniero, al quale sia impedito nel suo Paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto di asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge.
Giuseppe Paccione è Ricercatore indipendente in Diritto Internazionale, Diritto dell’UE, Diritto Diplomatico e Consolare, Diritto Costituzionale.
Fatta la legge, creato l’inganno. ….”ancor oggi, nell’era della globalizzazione, (l’asilo politico) svolge un’importante funzione”.
In primo luogo vengono taciuti sia i numeri del fenomeno, che hanno assunto dimensioni bibliche, sia il sistema usato dai clandestini (presunti richiedenti asilo) per non essere identificati (dati falsi e cancellazione delle impronte digitali tramite acido).
In secondo luogo si parla di “Dichiarazione universale dei diritti umani” e si nasconde il fatto che, teoricamente, tutti i nativi di paesi che non hanno sottoscritto tale dichiarazione (paesi islamici) avrebbero il requisito essenziale per essere considerato “rifugiato”. Ne consegue che, una volta raggiunti i paesi occidentali, questi musulmani dovrebbero, nel momento in cui si appellano alla dichiarazione universale (riconoscendone così una qualche superiorità rispetto la sharia), abbandonare le leggi in cui non hanno trovato tutela. Perchè, una volta arrivati, non abbandonano l’islam?
Ecco come, una legge apparentemente buona, viene strumentalizzata e utilizzata per fini malvagi.