QUESTA ITALIA VERGOGNOSA ROVINA L’IMMAGINE DEL PAESE
Di Cristian Gallerano
Che la giornata si mettesse male per gli Azzurri si capiva già dal rigore non fischiato a Chiellini seguito – inflessibile volere della Dea Nemesi- dal gol decisivo di Ruiz, 45’. L’ufficialità del disastro è venuta alle 19:20, approssimativamente al finale di partita, in cui si verificano quei momenti in cui non ti senti neanche CT ma resti appeso lì a una sgomenta speranza. E l’essere appesi a una sgomenta speranza era destino comune di azzurri, coach Prandelli, tifosi.
Ciò che è certo oltre al disastro azzurro è che il calcio è oggi Lingua Ufficiale del Mondo Globale, chi non lo parla è un alieno. Perfino nel carcere di massima sicurezza di Guantanamo, voluto dal presidente Bush e lasciato aperto da Barack Obama, i detenuti seguono con fervida passione il Mondiale. Per evitare che, con uno striscione o una bandiera allo stadio, i terroristi ricevano informazioni in codice dai complici, le partite vengono trasmesse con 48 ore di ritardo. Ci sono prigionieri, cittadini di Yemen, Giordania, Iran, Kuwait, Arabia Saudita, che tifano per gli Azzurri? Se sì, dovranno aspettare fino a domani per lamentare la lentezza di Pirlo, Cassano in campo con 35 gradi, Balotelli più isolato che in cella di isolamento.
A Guantanamo il problema è l’attesa, in Congo la rete dell’energia elettrica che funziona come il centrocampo azzurro, è spenta e se riparte si ferma subito. Bene, i 77.433.744 abitanti (fonte Factbook Cia, il censimento congolese è inaffidabile) son davanti le televisioni giorno e notte, puntando antenne paraboliche, collegandosi alle reti locali o, via computer con rombanti gruppi elettrogeni, per seguire Messi, Suarez, Neymar, Drogba, Cahill, Paletta.
Lo stress imposto alla malconcia rete elettrica la manda in tilt, naturalmente quando tira Müller o Cuadrado batte un penalty kick. Per evitare frustrazioni, il governo congolese emette un decreto ufficiale – altro che Twitter – intimando alla popolazione di staccare ogni altro elettrodomestico, lampadario, insegna al neon, per salvare la Copa. E quando una troupe della Bbc, impegnata in un reportage sul salvataggio degli emigranti nel Mediterraneo, punta la telecamera verso un naufrago esausto si sente chiedere, “Che risultati ci sono al Mondiale”, domanda pronunciata in lingua straniera da un tifoso ignoto, cui la Fifa dovrebbe quantomeno dare il Premio Passione.
La metà degli esseri umani mondiali vedrà la finale di Rio, Usa compresi (audience Superbowl football 108 milioni, Mondiale 2012 3,2 miliardi, sorry America, ma non c’è paragone). I network tv, che hanno investito capitali per comprare i diritti delle partite, guardano dunque con l’angoscia di Buffon ieri il boom degli ascolti pirata. In molti paesi (anche in Italia) pochi soldi, o un amico smanettone, taroccano il computer in modo da ingannare le fonti e permettervi di seguire gratis le partite da un paese lontano.
Se il trucco non riesce, basta collegarsi con compagnie come Ghost Path VPN che eludono i controlli nazionali e permettono di vedere, gratis le partite. Truffe? Ricordate che lo stesso dribbling VPN è usato da Anchor Free per aggirare le censure web in Cina e Turchia, Libero Calcio in Libero Pensiero. Infine i ragazzi di Aereo, che catturano gli streaming delle partite e li rilanciano o i siti pirata, come Roja Directa che – magari con telecronaca in Urdu o Farsi o Tagiko – vi fan vedere la partita gratis e ovunque.
Alle 19 e 40 quindi la modalità da adottare per #CRC-#ITA (con bandierine Twitter incluse) è indubbiamente quella de “il fare finta di niente”. E questo perché si conosce la verità del pallone globale: il successo di un Paese al Mondiale contribuisce davvero alla sua Immagine. La Colombia fa da sfondo alla vittoria elettorale del presidente Santos, Merkel era in tribuna a Salvador, Obama e Biden applaudono gli Usa. Un’Italia viva è utile al look fresco, giovane, pimpante di Renzi, gli azzurri rottamati di ieri mettono di pessimo umore, a Guantanamo domani, in Congo ieri (se i rombanti gruppi elettronici hanno retto, ça va sans dire) tra imprecazioni poliglotte. Adesso ci tocca vincere (o almeno pareggiare) le primarie mondiali contro l’Uruguay per esorcizzare i gufi e la maledizione della seconda partita, che non vinciamo dal 2000 (tra Mondiali ed Europei), lontana stagione quando a cinguettare erano solo canarini e usignoli. E per parafrasare qualcuno che siede in un Palazzo nel centro dell’Urbe, “arriviamo, arriviamo”. Forse.
Gli azzurri sono la vergogna dell’Italia, forse pensavano di far passerella sul campo? Brandelli , la squadra degli azzurri fa letteralmente cagare e tu non cercare scuse per il clima, troppo caldo, troppo umido, come mai le altre squadre ci mettono anima e corpo sul campo? Siete e ripeto la vergogna dell’Italia, meglio ritornare a casa prima che facciate un’altra figura di merda Martedi’ prossimo, sperando che veniate accolti con uova e pomodori marci.
VERGOGNATEVI