13 giu. – A tre giorni dalla scadenza dell’ultimatum del colosso russo Gazprom, di tagliare le forniture all’Ucraina, e quindi quelle all’Europa (pari al 15% del suo fabbisogno) ennesimo nulla di fatto nelle trattative bilaterali tra Mosca e Kiev sul gas con i due stati che si scambiano accuse.
Mosca, ha fatto sapere, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, non ha ricevuto risposte “appropriate” dall’Ucraina alle loro “piu’ che flessibili propsote”
Il premier ucraino Arseny Yatseniuk ha ordinato al settore energetico di prepapararsi alla sospensione della fornitura da lunedi’ 16 giugno dopo che Kiev ha nuovamente rifiutato lo sconto di 100 dolari sull’attuale prezzo praticato dai russi all’Ucraina. Sconto che avrebbe portato il costo dal piu’ alto praticato ad un cliente (485 dollari per mille metri cubi) a 385 dollari, in linea con quanto pagano gli Stati Ue. Kiev si era detta risposta a versare 326 dollari per mille metri cubi ma solo per “un periodo limitato”. L’Ucraina pretende infatti di ottenere ancora il prezzo di favore di 268,5 dollari praticato quando a Kiev era al potere il presidente filo-russo Viktor Yanukovich. Gazprom ha anche intimato a Kiev di pagare entro lunedi’ parte del suo debito pregresso pari a 1,95 miliardi di dollari.