11 giu 2014 – Continuano i combattimenti fra l’esercito iracheno e i militanti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante, che piano piano si stanno spingendo sempre piu’ vicino a Baghdad. Nuovo teatro degli scontri e’ la citta’ di Samarra, a 110 km dalla capitale. La citta’ e’ inoltre sede di un importante santuario sciita che, dopo un bombardamento nel 2006, ha riacceso i conflitti fra la maggioranza irachena sciita e la minoranza araba sunnita.
Anche la citta’ di Tikrit e’ caduta nelle mani dei militanti jihadisti dell’Isil. Secondo la polizia locale, centinaia di persone sono state prese in ostaggio
Gli jihadisti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isil) hanno preso oggi il controllo del consolato turco di Mosul, tenendo in ostaggio il capo della missione diplomatica e 24 membri dello staff. Lo ha comunicato la polizia locale.
Dopo aver preso il controllo dell’intera provincia di Nineveh, hanno annunciato nuove offensive contro il governo. Il gruppo estremista islamico ha confermato, sul suo profilo Twitter, di aver preso ”il pieno controllo” di Nineveh e che ”questi attacchi ‘benedetti’ non avranno fine”.
Continua senza sosta l’avanzata dei militanti jihadisti in Iraq, mentre le autorita’ appaiono sempre piu’ incapaci di fermarli. Nella giornata di ieri Mosul, la seconda citta’ piu’ grande del Paese, e’ caduta nelle mani dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isil), costringendo l’esercito ad abbandonare le sue postazioni. Per lungo tempo considerata un’importante roccaforte jihadista, Mosul e’ la seconda citta’, dopo Fallujah, che il governo ha perso dall’inizio dell’anno. Secondo un funzionario locale, non appena entrati in citta’ i ribelli hanno gridato di essere venuti ”per liberare Mosul”
Molte famiglie inoltre hanno dichiarato che anche il cibo inizia a scarseggiare. Per contrastare le continue minacce terroristiche, quindi, il governo iracheno ha annunciato che fornira’ armi ed equipaggiamento a tutti i volontari che vorranno combattere contro i militanti. ”Il gabinetto ha creato una speciale cellula per seguire questo processo di arruolamento volontario e per fornire l’equipaggiamento”, ha spiegato il premier Nuri al-Maliki, che ha inoltre chiesto al parlamento di decretare lo stato d’emergenza.
Anche il presidente siriano Bashar al-Assad si e’ detto pronto ad aiutare Baghdad nella lotta contro al terrorismo. ”Le minacce terroristiche che i nostri fratelli in Iraq stanno affrontando sono le stesse che hanno presso di mira la Siria”, si legge in un comunicato del ministero degli Esteri. ”Damasco e’ dunque pronta a collaborare con l’Iraq per combattere il terrorismo, nostro nemico comune”, prosegue la nota.
Continua anche l’ondata di morti. Questa mattina quindici membri del personale di sicurezza iracheno sono stati giustiziati nella provincia di Kirkuk, dopo essere stati rapiti ieri dalle forze jihadiste. Secondo fonti locali, sei sono stati uccisi nell’area di Riyadh, quattro a Rashad e gli altri cinque vicino a un posto di blocco a Talqiyah. Infine, ad essere colpita e’ stata anche la sede del consolato turco a Mosul. Il console e’ altri 48 membri del suo staff, fra cui membri delle forze speciali e alcuni bambini, sono stati presi in ostaggio dopo che i militanti dell’Isil hanno occuopato l’edificio. asca