7 giu – In Italia la crisi ha fatto crollare gli investimenti esteri. É la fotografia scatata dal Censis nel sesto numero del “Diario della transizione”, secondo cui gli investimenti diretti esteri in Italia sono stati pari a 12,4 miliardi di euro nel 2013. Rispetto al 2007, l’anno prima dell’inizio della crisi, quegli investimenti che potrebbero rilanciare la crescita e favorire l’occupazione sono diminuiti del 58%.
“I momenti peggiori sono stati il 2008, l’anno della fuga dei capitali, in cui i disinvestimenti hanno superato i nuovi investimenti stranieri, e il 2012, l’anno della crisi del debito pubblico”, rileva il Censis. La crisi ha colpito tutti i paesi a economia avanzata, “ma l’Italia si distingue per la perdita di attrattività verso i capitali stranieri. Nonostante sia ancora oggi la seconda potenza manifatturiera d’Europa e la quinta nel mondo, l’Italia detiene solo l’1,6% dello stock mondiale di investimenti esteri, contro il 2,8% della Spagna, il 3,1% della Germania, il 4,8% della Francia, il 5,8% del Regno Unito.
“L’Italia ha un deficit reputazionale accumulato negli anni a causa di corruzione diffusa, scandali politici, pervasività della criminalità organizzata, lentezza della giustizia civile, farraginosità di leggi e regolamenti, inefficienza della pubblica amministrazione, infrastrutture carenti” .
La “lotta alla corruzione” è l’arma USA per affermare i propri interessi economici nel mondo
Chi è quel pazzo che vorrebbe investire in Italia? Tutte le leggi che sono stata fatte bloccano qualsiasi investimento. Solamente per aprire una partita iva ci vuole un patrimonio e bisogna pagare le tasse anche senza guadagno. Ci stiamo affossando.