5 giu. – “Per l’intera giornata lavorativa di venerdi’ 6 giugno e’ stato proclamato uno sciopero generale del personale capitolino di ogni settore da parte delle organizzazioni sindacali Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl, Csa. Si potranno quindi verificare disagi nell’erogazione dei servizi di Roma Capitale”.
Poche righe, pubblicate sulla home page del sito del Comune, annunciano che domani potrebbe essere un altro venerdi’ nero per la capitale: “per la prima volta nella storia della citta’, tutti i 24mila dipendenti del Comune di Roma incroceranno le braccia” assicurano le sigle sindacali di Roma e Lazio unite a Diccap e Rsu, confermando il rischio di paralisi dei servizi, dagli sportelli anagrafici ad asili nidi e scuole materne fino alle biblioteche.
A peggiorare la situazione sara’ la probabile assenza di vigili in strada, proprio mentre il corteo dei lavoratori capitolini (che partira’ alle 8,30 da piazza Bocca della verita’ per arrivare a Piazza del Campidoglio) rischia di mandare in tilt il traffico in centro. Insomma, le rassicurazioni del sindaco della capitale, Ignazio Marino (da ultimo ribadite in una lettera rivolta ai dipendenti e pubblicata sulla stessa home page del Campidoglio), non ha convinto i rappresentanti dei lavoratori, che oggi sono intervenuti durante un’Assemblea capitolina straordinaria dedicata proprio alle “Problematiche inerenti il personale”.
I sindacati continuano a dire ‘no’ a ogni ipotesi di taglio al salario accessorio e contestano la scadenza del 21 luglio per la ridefinizione della contrattazione decentrata, attaccando anzi il primo cittadino. “Disertando in maniera inspiegabile l’aula Giulio Cesare, dove e’ attualmente in corso un consiglio straordinario sulla problematica del contratto decentrato di lavoro dei dipendenti capitolini, il sindaco lascia nel totale imbarazzo tanto la maggioranza quanto l’opposizione in Campidoglio, responsabilmente presenti”, affermano congiuntamente i segretari delle sigle sindacali, “ma questo non e’ tutto: contestualmente lo stesso sindaco si cimenta in una lettera indirizzata ai dipendenti capitolini e pubblicata sul sito istituzionale dell’ente nel chiuso della sua stanza.
Difficile pensare a un autogol e a un abbandono del campo politico piu’ catastrofico di quello messo in atto da Marino, che vale piu’ di qualsiasi invito alla globale partecipazione allo sciopero generale e al corteo dei lavoratori capitolini indetto per domani. Chiediamo al sindaco rispetto per i lavoratori che domani hanno scelto liberamente di scioperare – concludono – e per i diritti conseguiti in anni di lotta delle rappresentanze sindacali”. Va all’attacco anche l’opposizione in Campidoglio, che con Alfio Marchini parla di “un sindaco per il quale i dipendenti capitolini non sono una priorita’”, anche se si prospettano “promesse, ampie aperture, addirittura aumenti di stipendio.
Come mai allora i dipendenti scioperano? La risposta e’ una: perche’ non si fidano piu’ di voi”. Il capogruppo di Cantiere Italia in Assemblea Capitolina, Mino Dinoi, si spinge fino a chiedere le dimissione del vicesindaco con delega al personale, Luigi Nieri, che oggi ha rappresentato la giunta in aula tenendo una relazione: “Dopo un anno senza alcuna linea politica sul personale, domani 24mila persone scenderanno in piazza tutte insieme, come non era mai successo – accusa Dinoi – eppure nessuno si chiede se siano davvero loro ad avere torto: qualcuno qui ha sbagliato, e quindi o il vicesindaco Nieri si dimette o deve individuare i colpevoli. La politica deve assumersi le proprie responsabilita’”.
Anche il capogruppo del Pd, Francesco D’Ausilio, garantisce che “noi domani saremo vicino ai lavoratori e mi auguro che lo sciopero riesca, per ritrovarci con ancor piu’ forza al tavolo per cercare una soluzione ma, avverte, “non possiamo pensare di sederci ad una trattativa all’infinito: dobbiamo fare presto e bene”. agi