Baby prostitute “il sistema tende a essere indulgente con i clienti”

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2 giu. – “Ci sono ragazzine di 12 anni che fanno sesso per una ricarica telefonica, altre che lo fanno per potersi permettere un oggetto firmato, altre che lo fanno perche’ altre lo fanno, insomma, per emulazione. Come se in tanti giovani si fosse ormai perso il limite di quello che e’ giusto da quello che e’ sbagliato. Senza alcuna riflessione sul valore del proprio corpo e della propria identita’”. E tutto questo mentre “il sistema tende a essere indulgente con i clienti” che “spesso sono padri di famiglia”.

L’Osservatore Romano ospita  – nel suo supplemento ‘rosa’ – questa forte denuncia di don Giovanni Carpentieri, il prete romano che aiuta le prostitute a smettere.
“Gia’, spesso si tratta di genitori di ragazzine della stessa eta’ delle minorenni prostitute”, afferma il sacerdote che, assieme a un gruppo di volontari, opera su Viale Togliatti, di giorno arteria pulsante, di notte squallido stradone dove, sotto i lampioni, sostano sul marciapiede troppe giovani.

“Purtroppo a Roma la prostituzione e’ un tema terribile”, spiega don Carpentieri sul supplemento “Donne, Chiesa, Mondo” dell’Osservatore Romano, ricordando tra le cause delle baby prostitute “l’intrinseca debolezza delle famiglie, la fatica delle scuole a fornire modelli positivi ai ragazzi, il declino dell’autorita’ come concetto portante, l’etica comportamentale orientata all’opportunismo, al materialismo, al relativismo“.

A 15 anni – sottolinea il prete romano – un’adolescente non e’ formata nella coscienza, e’ un ramoscello che potrebbe anche spezzarsi. Anche se porta i tacchi alti e fuma le sigarette. E cosi’ nessuno vuole sentire parlare di pedofilia, perche’ per legge questo reato scatta sotto i 14 anni”.

Accanto alla testimonianza di don Carpentieri l’Osservatore riporta quella di una bambina di terza elementare di Borgotrebbia, alla quale durante la lezione di catechismo e’ stato chiesto cosa significa “non commettere atti impuri” come prescrive il sesto comandamento: “Forse – ha risposto con un’altra domanda la piccola – vuol dire non uccidere uno dentro?”. (AGI) .