“Le proteste non riguardano semplicemente lo sgombero che, dopo la crisi economica, non e’ stato altro che l’ennesimo colpo. La popolazione e’ arcistufa di subirne, e alla fine esplode”
29 mag. – Terza notte consecutiva di scontri nel cuore di Barcellona, con 14 feriti e 30 arresti, per lo sgombero di un palazzo d’epoca occupato dal 1997 da militanti dell’estrema sinistra. In 2mila hanno manifestato davanti all’edificio ottocentesco che era stato adibito a centro sociale e quando una ruspa ha avviato la demolizione si sono scontrati con la polizia.
Il palazzo di Can Vies e’ un ottocentesco edificio pubblico in stile coloniale destinato alla demolizione nell’ambito di un progetto di riqualificazione dell’intero quartiere popolare di Sants, circa 3 chilometri a ovest del Barrio Gotico, il centro storico della capitale catalana. Negli anni ’90 era stato adibito a deposito per il materiale da costruzione della prima linea della metropolitana cittadina, divenuto pero’ negli ultimi 17 anni un centro sociale auto-gestito per concerti, laboratori artigianali, corsi alternativi e raduni.
Alcuni manifestanti hanno sfondato un cordone di sicurezza, e a quel punto gli agenti hanno caricato la folla. I dimostranti hanno ripiegato brevemente, per poi tornare all’assalto con un fitto lancio di pietre, bottiglie e mattoni. Bidoni dell’immondizia sono stati dati alle fiamme, i proiettili dell’una e dall’altra parte hanno mandato in frantumi i vetri alle finestre. Stando a fonti dei servizi sanitari, almeno quattordici persone sono rimaste ferite, mentre altre trenta circa sono finite in manette, andandosi ad aggiungere agli otto compagni arrestati nelle occasioni precedenti.
Il portavoce del governo autonomo regionale, Francesc Homs, ha imputato le violenze a gruppi estremistici marginali ma ben organizzati, che avrebbero sfruttato l’occasione per seminare il caos. “Quella gente non ha nulla a che vedere con le ragioni della manifestazione”, ha tagliato corto. “Si tratta di sobillatori professionisti”. Gli ha replicato indirettamente un rappresentante del centro sociale evacuato, identificatosi soltanto con il nome di battaglia di Pau Guerra: “Questo e’ un attacco a un modello alternativo per un intero quartiere e per la citta’ tutta”, ha denunciato. “Le proteste non riguardano semplicemente lo sgombero che, dopo la crisi economica, non e’ stato altro che l’ennesimo colpo. La popolazione e’ arcistufa di subirne, e alla fine esplode”, ha ammonito.