Tsipras raggiunge il quorum. Questione di culo

paola-bacchiddudi Domenico Rosa

28 magg – La lista degli intellettuali, dei radical-chic,dei ‘buoni’ per eccellenza, di chi ha la verità in tasca raggiunge il quorum. La sinistra di Tsipras sbarca in Europa. Questione di culo ci viene da dire. Già perché senza le terga della bella Paola Bacchiddu, capo della comunicazione della lista di sinistra, gli onesti, incorruttibili, autorevoli, impegnati, giusti, trinariciuti sarebbero rimasti nel loro cielo di esseri superiori.

La chiave del successo sta nel gesto della giornalista sarda che qualche settimana prima del voto pubblicò su un social network una foto al mare in cui metteva in evidenza il suo ‘lato B’. La goliardata ebbe il merito di scatenare l’interesse di tutti i mezzi di informazioni, fece il giro dei social e sicuramente pur tra le polemiche riuscì nel suo scopo: far parlare della lista. “Il mio culo è servito da volano” ha dichiarato Paola ad Affaritaliani.it dopo le elezioni.

La povera isolana venne subito messa sul banco degli imputati, degradata dai ricchi sfondati, stizzosi, tronfi componenti del gruppo dedicato al leader greco. Una lista contro il leaderismo che porta il nome di un leader. Il vecchio complesso del capo risalente all’epoca della contestazione, quando in piazza si inneggiava ai vari Mao, Che Guevara, Ho Chi Min.

La lista di sinistra sbarca in Europa per il rotto della cuffia, appena sopra il 4%, soglia minima per accedere al parlamento europeo. Risultato che scatena gli entusiasmi degli uomini di ‘cultura’. Immortalato l’abbraccio tra Moni Ovadia e Barbara Spinelli, colei che a febbraio aveva indicato come obiettivo minimo il 7%. La figlia di Altiero, considerato uno dei padri dell’Europa, anziché difendere Paola Bacchiddu all’epoca del gesto, dichiarò che la giornalista le aveva rovinato la candidatura. Alla luce dei fatti però proprio grazie al gesto della giornalista la lista Tsipras è riuscita a portare a Bruxelles tre deputati: Curzio Maltese, Marco Furfaro, ed Eleonora Forenza.

La vera vincitrice è la bella Paola, non i vecchi e tristi marxisti. Tristi, come li definisce il jazzista Paul Barman, che partecipò alle rivolte studentesche del ’68 alla Columbia University. “Tra militanti dei vecchi tempi capita di incontrarsi per caso e scambiarsi un cauto cenno. Alle volte quando ci vediamo, ci vengono persino i brividi, e questo perché c’è qualcosa della politica che ci impedisce di amarla come la musica”.

In Europa invece si ha un rigurgito della solita boriosa banda comunista che riesce a sbarcare a Bruxelles per un colpo di… fortuna.