23 magg – E’ allarmante come il forte calo delle vendite si accompagni a nuovi dati drammatici di chiusure delle attività commerciali. Nei primi quattro mesi dell’anno, infatti, non si è arrestata l’emorragia di negozi: secondo i dati dell’Osservatorio Confesercenti, da gennaio ad aprile hanno cessato l’attività un totale di 20.297 imprese, più di 166 al giorno, a fronte di sole 9.352 nuove aperture, per un saldo finale di -10.945 unità.
La crisi, sottolinea Confesercenti, è stata particolarmente grave per il commercio alimentare. Non solo a marzo, secondo i dati Istat, le vendite cedono dello 0,4%, ma da gennaio ad aprile il comparto ha visto chiudere 2.789 attività per un saldo finale negativo di 1.099 imprese. Non c’è ripresa neppure nel non-alimentare: vendite fiacche ovunque ed un settore ormai cronicamente in crisi come l’abbigliamento segnala la gravità della situazione: il dettaglio tessile, abbigliamento e calzature registra infatti da gennaio un vero tonfo, con 2.034 aperture e 4.961 chiusure.
“Altro che allarme rosso – commenta Confesercenti -questo scenario non solo riaccende i rischi di deflazione, ma può avere conseguenze nefaste anche a monte della filiera commerciale aggravando lo stato già critico delle imprese che lavorano per il mercato interno. E’ inutile tergiversare. A questo punto occorre un pacchetto di interventi forti: va ridotta significativamente per tutti, imprese e famiglie, una pressione fiscale incompatibile con una speranza di ripresa economica; va combattuto con maggiore energia il fenomeno dell’abusivismo che affossa interi settori economici; vanno liberate le imprese al più presto dell’onere pesantissimo degli adempimenti fiscali e burocratici, che sono diventati una sorta di girone infernale con mille incertezze, mutamenti improvvisi di scadenze e regole, ricorsi improvvidi alla retroattività delle norme”. tmnews
Ma secondo Napolitano, Renzi &C. Dobbiamo stare in Europa….ma annatevene a fanculo voi e l’Europa assassina!!!