Trento: Molotov contro campo nomadi abusivo. I Sinti: é ‘odio razziale

molotov21 magg – Bottiglie incendiarie lanciate nella notte su un campo nomadi abusivo, a Trento, stanno creando grande paura ai sinti che ci vivono. Le molotov sono finite tra le roulotte, senza causare danni, né provocare feriti, ma tra i circa trenta abitanti del campo il timore è che possa capitare qualcosa di peggio dello spavento. Sono due famiglie allargate, adulti e bambini, tutti di Trento, con altre persone che vivono nelle case in città e che vanno e vengono dal campo, che si trova nella zona ovest, quella di Piedicastello, poco fuori dal centro storico, al di là del fiume Adige.

Negli ultimi 2 mesi ben 5 gli episodi registrati – L’ultima bottiglia incendiaria è arrivata nella notte tra lunedì e martedì, ma sono in tutto già più di cinque in due mesi gli episodi. Così a inizio maggio i sinti si sono decisi a denunciare i fatti alla polizia e oggi anche alla stampa. Sembra che le molotov vengano lanciate dall’alto, da una rotonda stradale sopraelevata, che guarda sul terreno dove ci sono le roulotte, che non hanno nelle vicinanze case dei residenti. In un’occasione, a quanto hanno raccontato oggi, le bottiglie lanciate sono state anche due insieme e stanotte le fiamme hanno lambito una roulotte, ma nel campo si sono svegliati e hanno spento in tempo le fiamme.

Al momento nessuna rivendicazione – Di rivendicazioni non sembra esserci traccia, anche se dicono qualcuno sia passato urlando: “Vi bruceremo tutti”. In solidarietà agli abitanti del campo il centro sociale Bruno, che ha la nuova sede proprio nel quartiere.

Uno degli uomini del campo: “Faremo i turni” – “L’ultimo episodio è di stamattina erano le 9.30 e la bottiglia incendiaria è arrivata vicino alla roulotte dove c’erano marito moglie e due bambini. Per fortuna erano svegli e hanno spento. Così siamo a sette episodi”.

Il racconto è di Alessandro Held, uno dei sinti che vivono nel campo abusivo a Trento. “Vorrei fare qualcosa – spiega – e così gli altri di quest’area provvisoria, ma non sappiamo come uscirne. Abbiamo denunciato le cose alla Questura e penso che sorveglieranno di più e anche noi faremo dei turni.

L’area in cui vivono è abusiva e con una microarea ufficiale – sostiene Held – non sarebbe successo, perché sarebbe illuminata e si potrebbero mettere delle telecamere. La aspettiamo da tre o quattro anni, ma non se n’è più parlato. Siamo senza elettricità e acqua in una città considerata tra le più vivibili d’Italia e siamo trentini da generazioni”.

I sinti hanno poi diffuso un comunicato – “A Trento – scrivono – c’è un’emergenza democratica. Siamo sconvolti, amareggiati, preoccupati. La mano che ha buttato le bottiglie incendiarie lo ha fatto con l’intento di colpire, non solo di lanciare avvertimenti, con l’intento folle di fare del male”. “Fare del male a delle persone – proseguono – semplicemente perché appartenenti a una cultura diversa. Gli spettri della violenza razzista, mai sopiti, riappaiono, proprio qui, nella nostra città. Chiediamo a tutte le cittadine e a tutti i cittadini democratici di Trento di prendere la parola, di dire basta, di mobilitarsi contro questa violenza folle. Per dire che dentro quelle roulotte ci sono uomini, donne, bambini. E basta”.

“Riflettere sulla follia insensata dell’odio razziale” – Chiediamo a coloro che hanno buttato le bottiglie molotov di riflettere sul loro gesto e sulla follia insensata dell’odio razziale, che arriva a giustificare la violenza e l’omicidio contro persone inermi. Fermatevi ora. Chiediamo a tutte le forze politiche, alle associazioni di mobilitarsi – concludono – perché la democrazia, la tolleranza non sono valori acquisiti una volta per tutte. Vanno difesi”.

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