20 magg – Un militante M5S ha affrontato Lello Liguori, l’impresario che al Giornale ha raccontato di aver pagato in nero il comico per i suoi spettacoli («Per ogni serata prendeva 70 milioni, ma solo 10 erano regolari»), accusandolo di aver raccontato falsità sul leader M5s (che sul blog annuncia querela, «Mai preso soldi in nero, ci vediamo in tribunale»).
Ne è nato uno scontro dove sarebbero volate parolacce e pure qualche schiaffone. Liguori si è detto «profondamente turbato» per l’episodio, sintomo di un clima incandescente a pochi giorni dal voto.
Dice Liguori, che di Grillo fu uno degli scopritori: «Detesto Grillo, perché va in giro a fare il politico e sputtanare tutti quanti ma quando veniva da me, carte alla mano, si faceva dare 70 milioni: dieci in assegno e sessanta in nero. Tranquillo, ho i testimoni». Né Tortarolo né Liguori sono mai stati querelati da Grillo per diffamazione in seguito a questa frase. «Non può farlo – ci dice oggi Liguori -, sarebbe per lui un autogol».
“Macché moralista Beppe si è intascato tre miliardi in nero”
Dunque Grillo avrebbe fatto evasione fiscale. In quelle occasioni e probabilmente non solo. Sarebbe infatti interessante che il comico-guru spiegasse come mai, in anni molto più recenti, si affidò a una società di San Marino per farsi pagare i compensi delle sue serate nei casinò e negli alberghi dell’ex Jugoslavia. Può esibire le fatture di quelle prestazioni in linea con i pagamenti dei committenti? Vedremo.
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