Nella rossa Toscana il 15% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà

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19 magg – Il 15% dei toscani vive al di sotto della soglia di povertà. Il dato, che anticipa il rapporto Caritas 2014 che sarà presentato a metà giugno, è stato reso noto oggi all’Istituto degli Innocenti di Firenze in occasione dell’incontro promosso dalla delegazione Cesvot di Firenze dal titolo “Nuove povertà: il ruolo del volontariato tra impegno e criticità” tra cui ha partecipato Francesco Marsico, responsabile area nazionale Caritas italiana.

In particolare, tra i più colpiti le coppie con tre o più figli, soprattutto se i figli sono minorenni e i genitori single. “I dati elaborati dal nostro Istituto – dichiara Alessandra Maggi, presidente dell’istituto degli Innocenti – non lasciano dubbi: si può dire che nel triennio 2010-2012 l’indicatore di povertà è peggiorato sia in Italia – da 24,5% al 29,9% – che nell’Unione europea dal 23,6% al 24,7%. Se l’Unione ha individuato il problema, le misure adottate nell’ambito della strategia Europa 2020 sembrano essere troppo deboli portando la situazione ad un continuo aggravarsi”.

“Ragionare di povertà oggi – sottolinea il direttore di Caritas Firenze, Alessandro Martini – non vuole dire più ragionare di fasce di marginalità della popolazione, ma significa parlare di tante persone e tante situazione che impropriamente vengono definite come situazioni di normalità: non solo povertà materiale ma anche povertà legata ad altri aspetti, sia in ambito educativo che sociale”. “E’ importante – prosegue – ribadire la necessaria collaborazione fra le divere associazioni e organizzazioni del volontariato che, come settore, è chiamato sempre di più a farsi carico delle difficoltà e dell’affanno che dimostra il sistema”.

“Abbiamo voluto porre all’attenzione dei cittadini le azioni concrete delle organizzazioni di volontariato che tendono a dare una prima risposta ai bisogni sempre crescenti portati anche dalla crisi”. Spiega Ivana Ceccherini, Presidente della delegazione Cesvot di Firenze. “Le associazioni – continua – si attivano non solo per aiutare a risolvere i problemi ma per creare un clima di condivisione nel quale camminare insieme e fare rete”.

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