Preghiera contro l’aborto al Sant’Orsola, IDV: ‘Preoccupante, così si creano pregiudizi’
15 magg – “Ciò che è successo ieri davanti al Sant’Orsola è preoccupante, e ha all’origine un atteggiamento inqualificabile“. Così Liana Barbati, capogruppo dell’Italia dei Valori, boccia l‘iniziativa antiabortista della Comunità Papa Giovanni XXIII tenutasi ieri davanti alla clinica ostetrica dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna. Qui alcuni esponenti della comunità riminese si sono raccolti in “preghiera per la vita”, tentando di convincere le donne a rinunciare all’interruzione di gravidanza.
Una pratica che fu iniziata da Don Benzi nel 1999, e che da allora si ripropone ogni anno. “Preoccupante – secondo l’esponente Idv – che questa manifestazione vada avanti da quindici anni, inqualificabile che ci siano persone che utilizzano la preghiera per dividere tra buone e cattive, tra sante e peccatrici. E creare pregiudizi. Non credo sia questo il significato del pregare, penso invece che atti come questo non aiutino le donne, anzi”.
Liana Barbati, autrice una settimana fa di un’interrogazione in assemblea su luoghi e modalità di somministrazione della pillola RU486, torna sui dati forniti dall’assessore alle Politiche per la salute Carlo Lusenti nella sua risposta in aula, ribadendo anzitutto la convinzione che guida le sue battaglie in materia: “L’aborto è l’ultimo baluardo dell’autodeterminazione delle donne, non facciamoci sfuggire l’occasione per tenerlo in piedi. La Regione deve fare di più per le donne, anche se alcune strade intraprese sono valide. Sottolineo, per esempio, i numeri sulle interruzioni volontarie di gravidanza tramite RU486: dalle 1366 del 2010, cioè il 12,5 per cento del totale, si è passati in Emilia Romagna a 1746 casi nel 2011 e a 1794 nel nel 2012, cioè il 18,5 per cento. In due anni il dato è lievitato del 31 per 100, a conferma della bontà delle scelte della Regione”.
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