14 magg – E’ cominciato a Ginevra il primo dibattito delle Nazioni unite sui robot killer. Durante l’incontro i diplomatici hanno chiesto l’adozione di nuove leggi internazionali che possano governare o vietare il loro utilizzo, se un giorno la tecnologia diventasse realtà. I rappresentanti dei Paesi hanno cominciato a cercare di definire i limiti e le responsabilità dei cosiddetti sistemi di armi letali autonome, che potrebbero andare oltre i droni diretti dagli umani già utilizzati oggi da alcuni eserciti.
“Troppo spesso il diritto internazionale risponde alle atrocità e alle sofferenze solo una volta che sono avvenute”, ha spiegato Michael Moeller, responsabile ad interim della sede europea dell’Onu a Ginevra, parlando con i diplomatici all’inizio della conferenza, che durerà quattro giorni. “Avete l’opportunità di intraprendere azioni preventive e assicurare che la decisione ultima di porre fine alla vita rimanga fermamente sotto il controllo degli uomini“.
Moeller ha sottolineato che il trattato dell’Onu che discuteranno durante l’incontro, la Convenzione su certe armi convenzionali adottata da 117 Paesi, è stato usato in precedenza per impedire l’uso di armi laser accecanti negli anni 90, prima che venissero impiegati sui terreni di battaglia, e questo “serve come esempio che deve essere di nuovo seguito”. La sua proposta riecheggia le richieste di gruppi come la Campagna per fermare i robot killer e Human Rights Watch, che vogliono un divieto internazionale per i robot sullo stile di Terminator, prima che possano mai essere attivati.
Delegati di molte nazioni hanno detto che le leggi esistenti probabilmente non includono le armi del futuro, che potrebbero decidere sugli obbiettivi senza intervento umano. “E’ indispensabile mantenere il controllo umano sulla decisione di uccidere un altro essere umano”, ha detto l’ambasciatore tedesco Michael Biontino durante l’incontro. “Questo principio del controllo umano è il fondamento dell’intero diritto internazionale umanitario”.
Il diplomatico statunitense e il consulente legale Stephen Townley hanno messo in guardia contro giudizi avventati sull’uso delle tecnologie emergenti. Invece di prendere in considerazione immagini di cultura popolare di “una macchina umanoide che seleziona autonomamente obbiettivi”, ha invitato i decisori a concentrarsi sulle vere modalità con le quali probabilmente le armi si svilupperanno. Ma anche se la tecnologia non esiste ancora, i diplomatici hanno concordato che non è troppo presto per ponderarne le dimensioni legali, morali ed etiche. “Il fascino prodotto dalla tecnologia non ci impedirà di sollevare domande sulla convenienza e le conseguenze delle nostre scelte future”, ha detto l’ambasciatore brasiliano Pedro Motto Pinto Coelho.
la decisione ultima di porre fine alla vita rimanga fermamente sotto il controllo degli uomini“.
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