Caso Marrazzo: la 2a autopsia sul pusher Cafasso dimostra che la 1a era falsa

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14 magg – Perché la prima autopsia sul corpo di Gianguerino Cafasso è zeppa di dichiarazioni fasulle? Perché i consulenti che la firmarono nel novembre 2009, un anno dopo diedero parere negativo alla riesumazione della salma e dichiararono nuovamente il falso?

Quasi sei anni dopo quell’autunno 2009 scandito da trans, cocaina e strani decessi la verità sulla fine del pusher morto poco prima che esplodesse lo scandalo Marrazzo torna ad essere bombardata di punti interrogativi. Oggi scopriamo che nella relazione finale sulla prima autopsia, commissionata due giorni dopo la morte di Cafasso dalla procura, molti degli accertamenti indicati in realtà non erano stati mai svolti.

E per questo nei mesi scorsi il Tribunale di Roma ha condannato per falso ideologico in atto pubblico, aggravato dal tentativo di occultare il reato, il medico legale Stefano Moriani incaricato di svolgere l’esame. È il 26 novembre 2009, l’inchiesta Marrazzo è sui giornali da tempo: Moriani e il tossicologo Mauro Iacoppini firmano e depositano una relazione in cui dichiarano di aver analizzato il capo, il collo, i polmoni, lo stomaco, il fegato e la milza del cadavere di Cafasso, nonché di aver eseguito accertamenti medico-legali su tali organi che ne avrebbero presupposto la rimozione dall’originaria collocazione. La morte di Cafasso, all’esito dell’autopsia, è da attribuire a overdose.

La procura indaga i carabinieri Carlo Tagliente e Nicola Testini implicati nel caso Marrazzo per omicidio volontario con l’accusa di aver venduto a Gianguerino una mix letale di eroina e cocaina. Nel 2010 però gli avvocati dei carabinieri chiedono che sia riesumato il cadavere per una nuova autopsia: e i consulenti si oppongono con fermezza. In un parere a firma congiunta, richiesto dal pm, scrivono che il loro esame ha comportato la manipolazione degli organi, il prelievo di questi e la successiva ricomposizione della salma. È impossibile, concludono, prelevare nuovi liquidi di interesse tossicologico.

La nuova autopsia viene però concessa. E l’esito della perizia svolta dal professor Giovanni Arcudi lascia tutti a bocca aperta: nessuno degli organi, ad eccezione del cuore e del rene destro, sono sono stati sottoposti ad analisi. Lo stomaco, in particolare, ha le pareti integre, e persino il contenuto gastrico è diverso da quello indicato nella prima autopsia. Perché i consulenti della procura hanno scritto il falso? Moriani si è difeso dicendo di aver utilizzato per errore il verbale di una precedente consulenza, già compilato con i dati relativi ad un’altra autopsia. Per i giudici però dal confronto tra le due relazioni emerge in modo chiaro «la consapevole volontà sottesa al falso» del medico legale.

Quest’ultimo poi, per spiegare come mai nella relazione abbia indicato il peso di una serie di organi pur senza mai averli estratti dal corpo di Cafasso, ha detto di aver impiegato un dinamometro, in pratica una molla utilizzata quando non si dispone di una bilancia o si opera in sedi disagiate. Ma perché dedicarsi a queste acrobazie operando in un laboratorio attrezzato dell’università “La Sapienza”?

Tra le accuse ai consulenti della procura di Roma, c’era anche quella di non aver mai prelevato dal corpo di Cafasso i visceri per gli accertamenti tossicologici e di aver falsamente attestato di averli svolti. Per i giudici di primo grado, che hanno assolto da tutte le accuse il tossicologo Iacoppini, non è possibile dimostrare con certezza questa omissione visto che la seconda autopsia ha documentato l’asportazione di piccole porzioni di alcuni organi. Non sapremo mai se dietro la strana morte di Cafasso si nasconda qualche causa diversa dall’overdose.

Martino Villosio – Il Tempo