Scorte, polizia in rivolta: “Costretti a portare a fare shopping il potente di turno”

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La Ministra Kyenge con la scorta in un negozio di lusso

13 magg – Levata di scudi dei sindacati di polizia contro gli abusi delle scorte dopo l’annuncio del ministro dell’Interno Angelino Alfano dell’avvio di un’inchiesta “sull’utilizzo della scorta da parte di Scajola” anche dopo anni dalla fine del suo incarico di titolare del Viminale. “Il punto – ha spiegato Alfano – è l’uso che è stato fatto della scorta da parte dell’ex ministro dell’Interno”.

Compagni di shopping o autisti per visite ai parenti. E’ questo, a volte, il destino degli agenti incaricati di proteggere le personalità a rischio. ”Troppe scorte sono costrette ad accompagnare il potente di turno a fare compere o in visita ai famigliari. E’ un fenomeno generale che va oltre le polemiche sul presunto utilizzo della scorta di Scajola, casi del genere avvengono da anni”, dice all’Adnkronos Oronzo Cosi, segretario generale della Uil polizia.

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”Il problema è che la persona tutelata non può essere lasciata sola per ragioni di sicurezza, quindi accade che il personale di scorta si trovi a dover compiere attività improprie. E spesso – rileva Cosi – si tratta di persone molto potenti, che con una telefonata possono allontanare gli agenti che resistono o fanno obiezioni. E’ chiaro quindi che il personale può trovarsi in imbarazzo e in difficoltà”.

Anche per Antonio De Lieto, segretario generale del Lisipo, ”episodi di abuso ci sono sempre stati, ben prima di quest’ultimo caso. E’ un servizio molto delicato, bisognerebbe mantenere solo le scorte a tutela di altissime personalità istituzionali, i politici invece – osserva – dovrebbero pagarsele di tasca propria”.

”Ci manca pure che ora alla sbarra finiscano i poliziotti spediti a comprare le calze ci sarebbe da buttare le manette e il tesserino per aria, se a pagare fossero ancora una volta i servitori dello Stato”, dice Franco Maccari, segretario generale del Coisp, il Sindacato indipendente di Polizia. ”I sindacati di Polizia – rimarca il leader del Coisp – denunciano da una vita l’uso ‘allegro’ dei servizi di protezione, e nessuno ci ha mai ascoltato. Dovremmo pretendere che venga indagato chi non ha indagato?”

Anche per la leader dell’Associazione Funzionari di Polizia, Lorena La Spina, ”l’utilizzo disinvolto ed irresponsabile degli uomini e dei mezzi delle Forze dell’ordine destinati a garantire la sicurezza dei soggetti ritenuti ‘a rischio’, non appare in alcun modo giustificabile. Oltre che ricadere sulla collettivita’ e indirettamente anche su tutti coloro che davvero hanno bisogno dei servizi di protezione assicurati da Polizia e Carabinieri, tali inaccettabili condotte pregiudicano gravemente la dignità professionale di operatori che svolgono con serietà, sacrificio ed abnegazione un’attività preziosa e in molti casi per nulla gratificante”.

A chiedere ”chiare regole di ingaggio per evitare che i poliziotti impegnati nei servizi di scorte siano esposti alle intemperanze di richieste assurde” è poi il segretario generale del Siap, Giuseppe Tiani. ”Le scorte – sottolinea il leader del Siap – devono essere limitate ai casi di assoluta necessità, quando cioè sono conclamati i rischi a cui sono esposte le persone. Anche per le figure istituzionali, va fatta una selezione più stringente. Ma il primo passo da compiere – ribadisce Tiani – è rivedere la disciplina con nuove regole di ingaggio in tema di scorte per gli operatori preposti a questo servizio”.

”La mancanza di controlli interni deresponsabilizza il personale addeto alle scorte”, sottolinea Daniele Tissone, segretario generale del Silp Cgil. ”Non esistono controlli interni per il personale addetto alle scorte- denuncia Tissone – né una verifica dell’operato da parte dell’amministrazione di appartenenza. Quando però emergono fatti come quelli imputati alla scorta di Scajola, scatta la sanzione. Una vera e propria contraddizione – rimarca il Silp Cgil – perchè in questo modo si scarica sempre la responsabilità sui singoli operatori”. adnk