BIMBO STRAPPATO ALLA MADRE TROPPO AMOREVOLE, LASCIA LA COMUNITÀ E TORNA SPONTANEAMENTE A CASA
La Corte di Appello di Trento gli dà ragione
8 magg – TRENTO. Quattro anni fa, quando aveva 9 anni, il Tribunale dei Minori di Trento lo aveva sottratto alla madre, affidandolo a una comunità. Un allontanamento drammatico, avvenuto mentre il bambino si trovava scuola, dove le assistenti sociali giunsero insieme ai vigili durante la ricreazione, per portarlo via. La madre, accorsa con la nonna appena saputo del provvedimento, aveva cercato in ogni modo di impedire che le venisse tolto il figlio. Le si imputava un eccessivo amore verso il bambino, un attaccamento ossessivo tale da non lasciarlo crescere nella sua individualità e, temendo i pericoli, di volerlo tenere lontano da tutto e da tutti, specialmente dal padre, da cui vivevano separati.
Per quattro anni il ragazzino aveva pertanto vissuto all’interno della comunità di accoglienza per minori, potendo incontrare la madre solo sporadicamente e durante colloqui protetti e vigilati.
Ma un diverso atteggiamento della madre, che nel frattempo ha iniziato a seguire una terapia psicologica, ha fatto sì che il ragazzino, in maniera del tutto autonoma, abbia deciso, dopo un incontro con la mamma, di non fare più rientro nella comunità, ma di rimanere con lei.
«Il ragazzo, ormai dodicenne, è sereno» dichiara l’avvocato Miraglia di Modena, che segue la madre, «accetta di vedere la mamma e anche il padre, cui si è progressivamente avvicinato. Il suo profitto scolastico è buono e anche il suo atteggiamento psicologico: il suo avvicinarsi alla madre, pertanto, ha effetti soltanto positivi. Per questo siamo ricorsi in Appello, una volta cadute le competenze del Tribunale dei Minori, essendo il provvedimento di allontanamento del ragazzo a carattere temporaneo».
La Corte di Appello di Trento ha dato ragione alla madre e al suo legale: il ragazzino, vista la serenità che ha raggiunto, potrà rimanere con lei, potrà continuare a vedere il padre ogniqualvolta lo desideri, sempre seguito dai Servizi sociali, che periodicamente dovranno relazionare al Tribunale i suoi progressi.
“Il Tribunale dei Minori spesso interviene con dei provvedimenti sulla base di principi che salvaguardino la sicurezza dei bambini» conclude l’avvocato Francesco Miraglia, «senza però entrare nella specificità delle situazioni. Il giudice avrebbe dovuto ascoltare il ragazzo, che aveva persino scritto una lettera al Presidente del Tribunale, chiedendo di poter rientrare a casa dalla madre. Se le procedure seguite dai Tribunali dei Minori sono corrette nella forma, dovrebbero però avere maggiore elasticità, valutando i casi nella loro specificità. Esattamente come si è comportata la Corte di Appello con questo decreto del 27 marzo scorso, che non si è limitata ad applicare la legge, ma ha dato ascolto alle richieste del ragazzino. Per tutto il tempo in cui il ragazzo è rimasto inascoltato e lontano da casa e per i danni e le sofferenze che tutto questo gli ha causato, stiamo valutando di agire legalmente”
Cronache¬izie
I danni irreparabili ingenti rimangono. Giustizia ritardata. Avv Ugo Morelli