6 magg . Siamo nella Macedonia occidentale, una regione montuosa nel nord ovest della Grecia. Le coste e il mare sono lontani, qui il turismo non è mai stato una risorsa, l’economia si è basata piuttosto sulle miniere di lignite.
Symela Touchtidou. Euronews:
“La Macedonia Occidentale è sempre stata una delle regioni greche più ricche. I giacimenti di carbone hanno alimentato le imprese che producono energia creando migliaia di ben pagati posti di lavoro. Sono state chiuse 10 anni fa”
A Kozani, la capitale regionale, abbiamo incontrato Tasos Sidiropoulos, direttore dei programmi dell’Impresa per lo sviluppo della Macedonia Occidentale:
“L’assoluto dominio del settore energetico, ha di fatto impedito la nascita di ogni altro tipo di impresa nella regione”
Il declino economico in quest’area ha fatto andare alle stelle la disoccupazione giovanile, che è la seconda più alta a livello europeo. Ha superato il 70% nell’aprile scorso, secondo eurostat. Contende il podio a Ceuta in Spagna.
Una situazione drammatica che mette a rischio il futuro dei giovani, come Stefanos Stergiou, un ingegnere del suono di 24 anni, che passa delle ore davanti al computer a cercare lavoro.
Stefanos Stergiou, ingegnere del suono disoccupato:
“Sono due anni e mezzo che cerco lavoro, ogni giorno. Cerco su internet sui siti che offrono impiego, ho mandato il mio curriculum in Grecia e all’estero. Trovo solo dei posti a tempo determinato, sopratto nei bar, e senza tutele”
L’Università della Macedonia Occidentale conta 15 mila studenti, molti dei quali sono destinati alla disoccupazione.
Rafaela Tsiavara, studentessa di Belle Arti:
“Anche io come i miei compagni di studi ho cercato impiego, come insegnate part time, nella scuola pubblica, ma senza successo. Molti di noi si sono allora rivolti a tutte le scuole private in Grecia. Ma siamo troppi e non ci sono abbastanza istituti privati per poter rispondere a una offerta tanto ampia. A causa della disoccupazione molti di noi hanno cominciato nuovi studi altri hanno cominciato a fare lavori che non avevano nulal a che vedere con il percorso universitario che avevano fatto”
Rafaela e altri giovani laureati in questa regione, non gettano la spugna, puntano ora a creare programmi di scambio e formazione, per non rinunciare al futuro. EURONEWS