2 magg – L’ex ministro all’Integrazione Cecile Kyenge, ospite del Festival di giornalismo di Perugia, ha sottolineato l’importanza del rafforzamento della missione militare nel Canale di Sicilia attivata all’indomani della strage di Lampedusa.
A caccia di un seggio all’Europarlamento, la Kyenge aveva già dichiarato qualche giorno fa: “L’operazione Mare Nostrum è un progetto fermo perché non lo si sviluppa, non lo si fa andare avanti.” L’ex ministro stigmatizza il fatto che ad oggi gli interventi si limitino al soccorso in mare e chiede snellimenti delle pratiche burocratiche, soprattutto in direzione di una riduzione dei tempi per il conferimento dello status di rifugiato.
Di fronte agli annunci di Renzi, che vuole “rivisitare” Mare Nostrum, la replica è piccata: “L’operazione non va interrotta, ma rafforzata e completata, non lasciata a metà, così come gli altri percorsi che abbiamo iniziato. A partire dalla legge sullo ius soli.” Ed è proprio su quest’ultimo provvedimento che la Kyenge dà battaglia con maggior convinzione, chiedendo la calendarizzazione della legge alla Camera e promettendo nuove proteste in Parlamento: “All’inizio di ogni seduta leggeremo una lettera di un bambino senza cittadinanza. Ne abbiamo un milione”. ilgiornale.it