La libertà di stampa si riduce in Europa e in Italia, pressioni sui giornalisti

censura2 magg –

La libertà di stampa a livello globale è ai suoi minimi da oltre 10 anni, e solo una persona su sette nel mondo vive in un Paese con giornali liberi. E’ quanto afferma l’Ong statunitense Freedom House, nel suo rapporto annuale pubblicato giovedì. Il declino è stato provocato dal peggioramento della situazione in diversi Paesi mediorientali, come Egitto, Libia e Giordania, e in modo particolare nella Turchia di Recep Tayyp Erdogan, dove alla fine del 2013 si contavano una quarantina di giornalisti rinchiusi in carcere.
In testa i paesi del Nord Europa – Situazione difficile per i giornalisti anche in Cina e in Russia, ma anche negli Stati Uniti e in Gran Bretagna la libertà ha compiuto dei passi indietro per gli ostacoli posti dai rispettivi governi ai giornali che si occupano delle questioni riguardanti la sicurezza nazionale (vedi scandalo Snowden-Datagate). Un lieve miglioramento si registra invece in Italia, al 61esimo posto nel ranking mondiale, dove la stampa rimane comunque “parzialmente libera”. I paesi più virtuosi sono Olanda, Norvegia e Svezia, piazzati ai primi tre posti, mentre in fondo alla classifica si trovano Turkmenistan, Uzbekistan e Corea del Nord.

La libertà di stampa si sta riducendo in tutto il mondo, non solo nei regimi autoritari ma anche in piena Europa mentre aumentano restrizioni a carico dei media e pressioni sui giornalisti. Nella giornata mondiale della libertà di stampa lo denunciano una serie di organizzazioni europee, che citano anche l’Italia tra i paesi a rischio, assieme a Croazia e Slovenia, a causa del fatto che i giornalisti possono rischiare il carcere nel riferire questioni di pubblico interesse.

In Grecia l’emittente pubblica è stata spenta, in Bulgaria i giornalisti sono stati ripetutamente vittime di violenze da parte della polizia. Tutti problemi che hanno subito aggravamenti a seguito della crisi economica.

Il M5S vuole limitare l’accesso al Parlamento ai giornalisti

La denuncia viene affidata ad una nota congiunta di Centre for Media Pluralism and Freedom dello European University Institute; del Center for Media and Communication Studies della Central European University; dell’International Press Institute; Osservatorio Balcani e Caucaso (Fondazione Opera Campana dei Caduti); e della South East Europe Media Organisation.

Enti che hanno lanciato progetti di collaborazione per tutelare i giornalisti e le libertà di stampa, con il patrocinio di Commissione europea e nell’ambito dello European Centre for Press and Media Freedom.