RIMINI, 1 magg – Nei giorni scorsi, il suo nome e la sua storia avevano catalizzato l’attenzione dei media locali e nazionali per quel rifiuto, da parte di un hotel di Cattolica – nel Riminese – di concederle uno stage a causa del velo islamico. Adesso, Omaima Razzag, la studentessa 17enne di origine marocchina protagonista, suo malgrado, della vicenda, torna al centro della scena grazie a una campagna su Twitter, #nonveloilsorriso lanciata dalla redazione riminese del Corriere Romagna.
Sul social network, ragazzi e ragazze, musulmani e non possono pubblicare una loro foto con un velo in testa: tra le diverse ‘istantanee’, oltre a quelle dei redattori del quotidiano locale anche una del presidente della Provincia di Rimini, Stefano Vitali (PD) fotografato con una scialle azzurro a coprire il capo davanti al gonfalone della provincia.
che razza di imbecille
Chissà se sono pronti a mobilitarsi per le donne che nel mondo, ed anche in Italia NON vogliono portare il velo ……
Sono senza parole. Adesso quei buffoni sinistroidi che non san più che pesci pigliare si buttano su ste stronzate. Io non avrei mai assunto una ragazza che vuole usare il velo. Hai a che fare con le persone quando lavori… bisogna sapere che faccia hai. Ma fate una campagna per chi è giovane e vorrebbe farsi una famiglia ma non può perché nessuno li assume. Abbassate le tasse. Riportate le aziende in italia, mettete vincoli alle merci importate. Applicate un vero marchio made in italy, non quellp di roba cinese fatta in italia! Porcavacca!
spiegategli che è un indumento femminile,se lo beccano con quello addosso in paese islamico lo impiccano.
la sinistra non sa più cosa fare, sono alla canna del gas
E verissimo …la sinistra ha perso la bussola della sua politica
……. bravo brahim maraad, perché non vai a casa tua a fare il buffone, siamo in Italia e ogni imprenditore ha il diritto di far lavorare chi vuole
Esatto! Nella mia azienda faccio lavorare chi voglio.