28 apr 2014 – Il dissolvimento dell’euro e’ un rischio sempre piu’ remoto ma l’Eurozona e il mercato unico europeo sono ancora ”economicamente e finanziariamente piu’ frammentati rispetto ai livelli precrisi”, questa una delle conclusioni del rapporto della Bce ”Sull’integrazione finanziaria in Europa” e del ”Rapporto europeo sulla stabilita’ e integrazione finanziaria ” redatto dalla Commissione Ue (Direttorato al mercato interrno e servizi).
Per Francoforte e Bruxelles c’e’ dunque ”spazio per promuovere una ulteriore integrazione in specifici segmenti del mercato finanziario, quali il mercato delle obbligazioni societarie, quello azionario e quello bancario”.
Nella nota congiunta di Bce e Commissione Ue non mancano segnali incoraggianti, ”la ripresa del processo d’ integrazione finanziaria, avviato alla meta’ del 2012, e’ proseguito, nella maggior parte dei segmenti di mercato , anche nei primi mesi del 2014”. Segnali positivi anche dai bilanci delle banche che ”nel 2013 hanno continuato a migliorare” e dalla riduzione del rischio sul debito sovrano (calo degli spread) che ha aumentato ”l’esposizione cross-border delle istituzioni finanziarie”.
Il settore bancario tuttavia resta ancora ”concentrato e sempre piu’ interconnesso”, dunque esposto a rischi sistemici. Per Francoforte e Bruxelles numerosi fattori hanno contribuito a migliorare la situazione, tra questi le ”azioni di politica monetaria, in particolare l’Omt”, cioe’ la disponibilita’ della Bce acquistare titoli di stato, fino a 3 anni, dei paesi che dovessero far ricorso agli aiuti condizionali del Meccanismo di stabilita’ (Fondo europeo salva stati). Poi, ”le riforme della regolamentazione” bancaria e finanziaria, nonche’ ”i progressi verso l’Unione bancaria e lo stabile processo di riforme in corso nei paesi dell’euro”. asca