Kiev, 25 apr. – Sale la tensione in Ucraina: il premier Arseny Yatseniuk, andato al potere con un colpo di stato e senza suffragio popolare, ha accusato la Russia di voler scatenare una terza guerra mondiale con “l’occupazione militare e politica” del suo Paese. “I tentativi di innescare un conflitto militare in Ucraina porteranno a un conflitto militare in Europa”, ha avvertito Yatseniuk, “il mondo non ha ancora dimenticato la Seconda Guerra mondiale, ma la Russia gia’ vuole scatenare la Terza guerra mondiale”.
Intanto le truppe russe impegnate nelle manovre militari a ridosso dell’Ucraina si sono spintye ad appena un chilometro dalla frontiera, che pero’ non hanno attraversato: lo ha reso noto il ministro della difesa a Kiev, Mykhailo Koval, spiegando che all’esercitazione prendono parte anche forze aeree, il ministro ha assicurato che “le truppe ucraine sono pronte a respingere qualsiasi aggressione”.
Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha invece denunciato l’operazione militare di Kiev nell’est del Paese come un “sanguinoso delitto”, di cui il governo di transizione ucraino “rispondera’ davanti alla giustizia“. “Hanno intrapreso una campagna militare contro il loro stesso popolo”, ha lamentato Lavrov in un incontro con giovani diplomatici a Mosca, “si tratta di un delitto sanguinoso e coloro che hanno spinto l’esercito a farlo la pagheranno, ne sono sicuro, e ne risponderanno davanti alla giustizia”. La Russia promuovera’ “con fermezza” l’allentamento della tenzone nella crisi ucraina “sulla base del compromesso raggiunto a Ginevra”, ma non puo’ accettare “richieste unilaterali” come sta accadendo ora, ha aggiunto Lavrov.
“Invece che disarmare Pravy Sektor e altri radicali – ha accusato il capo della diplomazia russa – gli americani sostengono che tutto quello che stanno facendo le autorita’ ucraine sia legittimo, mentre gli edifici rimangono occupati.
Invece, continuano a dirci che noi, la Russia, dobbiamo sgombrare gli edifici governativi a Dontesk, Lugansk, Slovyansk e altre citta’ del sud-est ucraino”. Mosca, ha ammonito, “insistera’ nel mostrare rispetto per gli accordi di Ginevra e respingera’ fermamente ogni tentativo di distorcerli”.
La Russia intanto ha stabilito il confine di Stato tra Ucraina e Crimea, la penisola sul Mar Nero annessa da Mosca dopo il referendum del 16 marzo non riconosciuto pero’ ne’ da Kiev, ne’ dall’Occidente. Come ha reso noto alla stampa Piotr Yarosh, vice capo del Servizio federale di migrazione russo nella repubblica di Crimea, “dal 25 aprile e’ aperto il confine di Stato”. Citato da Ria Novosti, il funzionario ha poi spiegato che presto verranno stabiliti i posti di controllo doganale. Per ora non ci sono limitazioni al passaggio di veicoli e merci, ma prossimamente verranno pubblicate le nuove regole per l’attraversamento del confine, “in conformita’ con la legislazione russa”, ha detto Yarosh. La Russia puo’ inviare i propri peacekeeper in Ucraina sulla base del diritto internazionale: lo ha affermato l’ambasciatore russo Vitaly Churkin, rappresentante permanente al Palazzo di Vetro, in un’intervista alla tv Rossiya-1.
“L’articolo 51 della Carta dell’Onu – ha ricordato – prevede l’autodifesa e noi lo abbiamo applicato nel conflitto nel Caucaso nel 2008”. Il parallelismo con la guerra tra Russia e Georgia del 2008 era stato gia’ tracciato questa settimana dal ministro degli Esteri di Mosca, Serghei Lavrov. In un’intervista a Russia Today aveva dichiarato che “se gli interessi russi venissero minacciati direttamente, come accadde in Sud Ossezia per esempio”, il Cremlino risponderebbe “secondo il diritto internazionale”. (AGI) .