22 apr – L’ex funzionario del ministero del’Interno, esperto di telematica e telefonia, Giocchino Genchi, è indagato dalla Procura di Caltanissetta per favoreggiamento nell’ambito dell’inchiesta sulla strage di Capaci. A confermare la notizia è lo stesso ex superpoliziotto, ex consulente di diverse procure, sospeso tre anni fa dalla Polizia.
L’indagine è uno dei tanti filoni sui mandanti esterni alla strage di Cosa nostra in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta.
A tirare in ballo Genchi è un agente della Polizia stradale, G.D.M., che nei giorni immediatamente successivi all’eccidio riferì agli investigatori di aver visto, poco prima della strage e nei pressi del luogo dell’attentato un furgone bianco con degli operai intenti ad armeggiare attorno. Ascoltato pochi giorni dopo ritrattò. Due relazioni di servizio contraddittorie su cui si sono imbattuti i magistrati della Procura di Caltanissetta, che da qualche tempo hanno riaperto le indagini su quella strage per far luce su errori e depistaggi.
Al procuratore Sergio Lari, che lo ha convocato per interrogarlo G.D.M. ha raccontato di essere stato costretto a cambiare versione. Di più. Che a convincerlo a fare marcia indietro sarebbe stato proprio Giocchino Genchi. L’ex funzionario, indagato come atto dovuto per favoreggiamento degli autori della strage di Capaci ed ascoltato dai pubblici ministeri nisseni il 5 febbraio scorso, ha a sua volta denunciato per calunnia l’agente della Polizia stradale.