20 apr – Le misure decise dal governo “penalizzano fiscalmente le banche operanti in Italia rispetto a quanto avviene alle concorrenti degli altri paesi Ue”. Lo dice il presidente dell’Abi Antonio Patuelli, che chiede un “un forte ripensamento sul complesso di queste decisioni”. Per Patuelli, “il forte aumento della pressione fiscale deliberato ieri dal Consiglio dei Ministri si assomma a quello deciso il 25 novembre scorso dal precedente Governo: i due provvedimenti hanno determinato l’aumento dell’anticipazione IRES 2013 al 130% per banche e assicurazioni, l’enorme addizionale dell’8,5% sull’Ires 2013 sempre di banche e assicurazioni, la rivalutazione delle quote di Bankitalia (ultimi in Europa) con l’imposta del 12% disposta dalla legge di stabilita’ per tutte le rivalutazioni. Tale imposta e’ stata ieri aumentata al 26% per questa sola gia’ avvenuta rivalutazione, anche con effetti retroattivi giuridicamente piu’ che discutibili”.
“Il quadro complessivo che ne emerge – ha aggiunto Patuelli – e’ che l’Italia, pienamente inserita nell’Unione europea ed anche nell’Unione bancaria, penalizza fiscalmente le banche operanti in Italia rispetto a quanto avviene alle concorrenti degli altri paesi Ue, addirittura nell’anno degli esami a tutte le banche europee che cosi verranno svolti con ancor piu’ disparita’ fiscali che penalizzano l’Italia che vede molte banche compiere contemporaneamente ogni sforzo per superare la crisi, anche rafforzando i propri capitali”. “Inoltre le banche italiane sono fortemente impegnate in riorganizzazioni, ristrutturazioni e processi di efficientamento. Chiediamo, quindi – ha concluso Patuelli – un forte ripensamento sul complesso di queste decisioni della sola Repubblica Italiana”.
Per il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, e’ fondamentale difendere le banche del territorio, sostenendo popolari e crediti cooperativi. “Mi preoccupo del disegno politico di Banca d’Italia rispetto alle banche del territorio – ha spiegato – Il futuro del sistema di credito disegnato da Roma e’ quello di pensare che il Credito cooperativo e le Popolari debbano sparire? Non saremmo sulla strada giusta”.
Piuttosto, per Zaia, e’ necessario tutelare gli istituti di credito della Regione. “Noi non vogliamo difendere questo o quell’amministratore, ma e’ fondamentale che noi tuteliamo le nostre banche, anche se e’ inevitabile – conclude – che gli istituti di credito debbano affrontare un periodo di riflessione interna, come accade per altri ambiti della societa’”. UNIMPRESA, PESO
SOFFERENZE LEGATE A GRANDI PRESTITI Il peso delle sofferenze delle banche “in continua crescita e’ legato ai grandi prestiti che difficilmente vengono rimborsati”. E’ quanto emerge da un’analisi del Centro studi Unimpresa, secondo cui “due rate su tre non onorate, sono relative a crediti di alto importo: su oltre 162 miliardi di euro complessivi (a febbraio 2014) di rate non pagate, 107 miliardi (66,1%) si riferisce a finanziamenti di grandi dimensioni (superiori a 500.000 euro), mentre 54,9 miliardi (33,9%) si riferisci a crediti minori (da 250 a 500.000 euro)”.
Secondo lo studio, realizzato su dati della Banca d’Italia, “guardando alla platea dei soggetti debitori, su 1.224.438 clienti in difficolta’ con le rate, sono 47.876 (3,91%) quelli su cui pesa il 66,1% delle sofferenze (quelle relative ai finanziamenti maggior di 500.000 euro) mentre le sofferenze relative ai prestiti minori (fino a 500.000 euro) sono distribuite su 1.176.562 soggetti”. (AGI) Mgm (Segue) Irpef: Baretta, reazione banche sproporzionata
– La reazione delle banche al decreto Irpef e’ stata “sproporzionata”. Il giudizio e’ del sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, secondo cui “esiste un problema di tassazione aggiuntiva, ma in una situazione dove l’obiettivo e’ la ripresa del Paese, dell’economia e soprattutto dei consumi, ognuno deve fare la sua parte, comprese le banche”. Intervistato da Radio Popolare, Baretta ha sottolineato che la reazione degli istituti di credito parte “da una valutazione tutta interna al loro mondo e tutta legata alle singole convenienze”. Il sottosegretario ha comunque escluso il “il rischio” di battaglie legali e anche che il provvedimento possa in qualche modo penalizzare le banche italiane in occasione degli stress test della Bce. “Credo”, ha osservato, “che la Bce sia in grado di dare una valutazione equilibrata, che tenga conto delle imposizioni fiscali fatet nel nostro Paese. L’argomento che adottano le banche italiane mi sembra quindi non giustificato”. (AGI) .