20 apr. – Pizzarotti deve chiedere alla base se dimettersi o meno. Perché sull’inceneritore ha fallito. E’ una freccia avvelenata quella che Casaleggio, nel giorno di Pasqua, tira al sindaco di Parma, primo tra gli esponenti del M5S a governare una città capoluogo di provincia.
“Se io prendo l’impegno di chiudere un inceneritore, o lo chiudo o vado a casa”. Non usa mezzi termini il cofondatore di M5S, Gianroberto Casaleggio, in un’intervista al Fatto quotidiano, a proposito di Federico Pizzarotti, sindaco di Parma. Nella prima intervista dopo l’intervento al cervello per edema, il cosiddetto ‘guru’ del Movimento 5 stelle e’ netto anche sul fronte degli ultimi espulsi da M5S: “imputati – sostiene – di un comportamento continuativo contro il Movimento, facendo dichiarazioni ai giornali ogni volta che c’era una qualunque attivita’ fatta dal Movimento. E questo per sette, otto mesi consecutivi. Se tu prendi un impegno con me e non lo rispetti, io non ti voglio piu’ vedere. Finito. Non e’ un discorso politico. In quello noi abbiamo delle regole: se all’interno dei gruppi ci sono posizioni diverse, si decide a maggioranza e quella decisa e’ la posizione del gruppo. Ma se mentre il gruppo sta discutendo, chi e’ in minoranza esce e dichiara ai giornali: qui non c’e’ democrazia e io voto come mi pare, allora cosi’ non va”. “Noi – prosegue Casaleggio – vogliamo il vincolo di mandato. E ora metteremo sanzioni anche economiche. Chi e’ eletto dentro il Movimento deve rispondere all’elettore”.
“Il passaggio alla democrazia diretta e’ culturale – sottolinea ancora – e richiede un’adesione, ma la nostra posizione e’ molto semplice: se uno entra nel Movimento sottoscrive dei patti, e li deve mantenere. Nessuno, dopo essere stato eletto, puo’ pensare di entrare dentro un recinto privilegiato, dentro un’area protetta”.
Parole nette anche su Matteo Renzi: “Non abbiamo alcuna paura di Renzi – afferma Casaleggio – semmai dovrebbe averne paura Berlusconi, visto che Renzi e’ un suo clone”. Mentre sulla possibilita’ che Renzi attiri i voti degli elettori M5S, osserva: “Noi abbiamo dimostrato di essere coerenti. Uno puo’ magari non essere d’accordo con le nostre posizioni, ma quello che abbiamo detto e’ quello che abbiamo fatto, a partire dalla rinuncia ai 42 milioni di euro di finanziamento pubblico”. 7
Sulla moneta unica infine ribadisce: “Noi non abbiamo impostato la campagna elettorale sull’uscita dall’euro, ma per rimanere dentro l’Europa – e intendiamo l’Europa economica, perche’ quella politica e’ scomparsa – noi pretendiamo di avere delle garanzie e di poter far sentire la nostra voce come Stato italiano. Noi vogliamo uscire solo se non avremo garanzie e la nostra voce non sara’ ascoltata. Ma non diciamo: l’euro e’ sbagliato. Diciamo: l’applicazione del sistema euro non sempre e’ gestibile”. (AGI) .